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Latina. Intervento nella società. Riccardo Pedrizzi: «Basta con la contrapposizione tra laici e cattolici. Bisogna lavorare insieme»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Riccardo Pedrizzi, senatore della Repubblica e direttore del periodico "Intervento nella società". I temi della rivista: liberali e cristiani, i pacs come attacco alla famiglia, fede e ragione. In copertina il sinodo dei vescovi. Perché schierarsi così dalla parte dei cattolici? «Perché io sono cattolico e da cattolico vivo il mio impegno politico. I miei motivi ispiratori non possono non emergere. C'è da dire che nella rivista ci sono due articoli di due intellettuali, Marcello Pera e Giuliano Amato che cattolici non sono. Marcello Pera, allievo di Popper, è uno dei più grandi pensatori liberali. Giuliano Amato invece è, come è noto, un esponente illustre del mondo socialista. Io credo che oggi sia possibile questo percorso di collaborazione tra cattolici e liberali, tra cattolici e laici. In pratica ciascuno può fondare le proprie ragioni sulla metafisica, come i cattolici, o sulla ragione e l'uomo, come i laici». E lei li rappresenta entrambi? «C'è la possibilità di superare Porta Pia, di superare la Rivoluzione Francese. Lo dico io, lo dice Pera, lo dice Amato ma lo dice anche per esempio Giuliano Ferrara. Vedete, in questo momento non occorrono scontri. Occorre la collaborazione. Occorre l'intesa». Eppure le vostre posizioni rimangono contrarie a quelle dei laici. Sempre per rimanere ai contenuti della rivista, non viene fatta alcuna concessione ai Pacs e si continua parlare di "attacco alla famiglia", citando Camillo Ruini. «Non è un attacco ai laici. Il fatto di voler difendere la famiglia naturale significa affermare un diritto naturale e non una fede religiosa». Ma una coppia si fonda sull'amore, non su un certificato rilasciato dalla chiesa... «L'amore è un cemento che tiene assieme diverse realtà. L'amore tra un uomo e una donna, tra due persone dello stesso sesso, tra un fratello e una sorella, tra due anziani. Tutto questo rappresenta un legame importante. Ma per fare una famiglia occorre ben altro. Tutte le altre sono unioni, sono possibilità di collaborazione, ma non famiglia». Per quanto riguarda le coppie gay lei dice che godono di maggiori diritti economici... «Il peso della procreazione che ha una famiglia è un peso che si riflette a vantaggio della società. I gay vorrebbero trarre dalla società soltanto vantaggi e diritti e non mettersi sulle spalle il peso di far crescere e di educare dei figli».

Elisabetta Rizzo

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