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Latina. Doolin Street. Maria Corsetti in salsa dolce: «Caro Mauro, a proposito di cultura locale, lo vogliamo ricordare Edoardo Castagnina?»

Oggi sotto i portici di via Diaz ci vanno a fumare gli studenti dei corsi Step. Escono e si accendono la sigaretta senza farsi troppi problemi, due tirate e si rientra in aula. Ventisette anni fa al posto della Step c’era il ginnasio Dante Alighieri, proprio come al posto della Benetton c’era la Standa. La sigaretta ce la fumavamo molto di nascosto prima di entrare in classe, mentre quelli del liceo, che invece stavano in viale Mazzini, venivano a controllare le nuove leve del ginnasio. Venivano in vespone, il casco era improponibile a quei tempi. In quarto ginnasio ancora si poteva assistere a qualche rimasuglio di lotta politica. A noi sinceramente ce ne fregava poco. Anche perché i grandi, quelli del terzo liceo, erano molto gelosi delle loro prodezze e non ce ne parlavano. Preferivano sottoscrivere la fine di un’epoca e non lasciarci nulla. Tutto sommato anche a loro non gliene fregava niente, meglio cercare di avere un appuntamento con la quartaginnasiale nuova di zecca. In tutto questo, a farci compagnia, c’era la libreria di Edoardo Castagnina. Stava lì, sotto i portici. Inizialmente era una bancarella di libri usati. Quindi si era evoluta. Castagnina aveva messo su una struttura, leggera e trasparente. Praticamente più o meno come il gazebo presentato qualche anno fa dal comune di Latina come prototipo dei gazebi da mettere all’esterno dei bar cittadini. Solo che quella struttura era nata più di vent’anni fa. In mancanza di fax e posta elettronica (non li avevano ancora inventati, o meglio almeno le e-mail le avevano già inventate, ma a nessuno sapeva ancora bene che farci) i comunicati stampa per le redazioni venivano recapitati presso la libreria di Castagnina che aveva un cassetto utilizzato dai giornalisti per la comunicazione. Invece di aprire outlook, si faceva un salto da Castagnina e si apriva il cassetto. Ho incontrato Edoardo Castagnina giovedì scorso. Era a pranzo all’Enoteca dell’Orologio. Ti ricorderai bene, caro Mauro, che anche noi stavamo a pranzo lì per trascorrere qualche ora surreale insieme a Luca Barbareschi. Quando Barbareschi è fuggito via, salutando Graziano, mi ha indicato Castagnina. Una chiacchierata sulla cultura non ce la levava nessuno, dopo averne parlato con il direttore artistico della Fondazione. Abbiamo ricordato il Premio Tascabile. Te lo ricordi? Era una bella iniziativa, travolta insieme alla Diccì negli anni ’90. In realtà Finestra l’aveva riproposta, ma in qualche modo aveva perso il suo smalto e andò a morire. A leggere alcune poesie veniva Gassman. Vittorio Gassman. Proporci come ospite d’eccezione nella serata di gala di due lunedì fa, il figlio Alessandro, che sicuramente è un ottimo attore, ma non un mito, mi sembra una presa in giro. Sempre pronti – comunque – ad aspettare Alessandro Gassman sul palco.

Maria Corsetti


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