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Latina. Lettera da Parigi. Angelo D'Arcangeli: «Ringrazio ParvapoliS per il suo contributo alla libertà di espressione. Io, però, non mi arrendo»

«Scrivo per ringraziare "ParvapoliS" per aver pubblicato sul proprio sito internet (www.parvapolis.it) la mia intervista del 23.11.05, sia come articolo sia come registrazione audio». Così Angelo D'Arcangeli: «L'iniziativa intrapresa dal giornale é un contributo importantissimo per la difesa della libertà di espressione: libertà che la banda Berlusconi, con la complicità delle Autorità Francesi, cerca di ridurre sempre di piu' per i comunisti del (nuovo)PCI e i suoi simpatizzanti, nel vano tentativo di soffocarne l'operato. Ritengo quindi che "ParvapoliS" sia un esempio da seguire per molti giornali italiani, che sulla persecuzione politica del (nuovo)PCI mascherata da "guerra al terrorismo" hanno cercato di elevare un muro di silenzio, mossi dal piu' vergognoso opportunismo e incuranti della violazione dei diritti in atto. Purtroppo nell'articolo mi viene attribuita una frase che non ho mai detto. E questo emerge chiaramente e incontestabilmente ascoltando la registrazione audio della mia intervista. La frase in questione è: "non vedo l'ora di lasciarmi alle spalle questa esperienza". Con questa frase si chiude l'articolo. Ebbene, questa frase racchiude in se una concezione del mondo che non e' la mia. Da qui la mia decisione di segnalare PUBBLICAMENTE il fatto che non riconosco assolutamente la paternità di questa dichiarazione. Perché? È semplice. Quando si è colpiti dalla repressione, nulla puo' tornare come era prima. Dopo assere stato in carcere per motivi politici due sono le scelte possibili: o chinare la te sta e abbandonare la lotta per costruire una società migliore, nesessaria e possibile: il Socialismo; oppure lottare con ancora piu' determinazione. In sostanza, o ti lasci intimidire o esci rafforzato da questa esperienza, temprato. In ambedue i casi, comunque, nulla torna come era prima dell'arresto: è metafisico (irreale) pensare che ci si può lasciare alle spalle questa esperienza. Essa infatti ti segna a vita e determina tutte le tue scelte successive. Il materialismo dialettico, metodo di pensiero e guida nell'azione dei comunisti, mostra in maniera chiara che nella realtà nulla resta fermo: o si avanza o si arretra. Anche questo caso é governato da questa legge. Sinceramente io mi sento di gran lunga rafforzato da questa esperienza. E ho intenzione di continuare a contribuire senza risparmio di forze alla lotta per fare dell'Italia un paese socialista. L' ho detto anche durante l'intervista telefonica (come dimostra la registrazione audio): ho la "determinazione di continuare l'attività politica perchè l'attività politica si puo' fermare solo nel momento in cui si costruisce una società migliore". Sono certo che questa frase, riportata nell'articolo al posto della frase che non ho mai detto, avrebbe reso l'articolo molto piu' fedele alla realtà. Non sto dicendo pero' che la giornalista aveva l'obbligo di farlo. Assolutamente. Ma io non ho l'obbligo di accettare una frase che non ho mai detto e che é contraria alla mia concezione del mondo, la concezione comunista. Confido nel fatto che questa mia osservazione venga raccolta da "Parvapolis" per quello che realmente è: un'iniziativa mossa da un sentimento costruttivo, di dialogo, confronto e rispetto reciproco. Ringrazio nuovamente il giornale per la disponibilità e per il coraggio dimostrato, per quello che concerne il mio caso, nel fare vero giornalismo».

Mauro Cascio


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