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Har Tzion, l'avventura di una giovane casa editrice. Lettere e numeri per "afferrare" Dio
La cosa buffa è che tutto è cominciato in un bar di Foce Verde.
Si, è vero, si parlava dell'Uno e di Plotino ma gli occhi
di Mauro Cascio e Federico Pignatelli che, nel luglio del 1998
stavano di fatto fondando la Har Tzion, indugiavano volentieri
sulle cassiere. Eppure a sentire loro in quei giorni si pensava solo
a Francis Warrain. Altro che donne. Roba seria.
«La Teodicea della Qabalah» è il primo titolo dell'editrice.
In prima edizione italiana, il saggio introduce il lettore nell'universo
cabalistico, poco a poco, cominciando ad osservare che la Qabalah
è la sola metafora capace di sostenere l'esistenza del relativo
di fronte all'assoluto, risolvendo così il problema, affrontato
da ogni teodicea, del rapporto tra immanenza e trascendenza.
Qualche mese dopo esce «Luz», un trimestrale di Studi Tradizionali.
Impostato prevalentemente su ebraismo e Qabalah ma attento anche
ad altre Tradizioni. Mauro Cascio, nella presentazione del primo
numero, la chiama la "disgrazia del mistero". Una forma
di preghiera, quella della ricerca della Verità. Sfuggente, inafferrabile,
"segreta": «Puntare all'Essenza, al Vero è un rompicapo,
un gioco ad incastro in cui viene a mancare sempre qualche pezzo.
Ma è ciò che - da sempre - ha caratterizzato la storia religiosa
dell'umanità». Una réussite eternamente fallita.
Il gruppo si allarga. C'è Luigi Murolo. C'è Mariano Bianca, docente a Siena di Filosofia
della Scienza. C'è Ivan Mosca, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente
d'Italia, la più antica e numerosa Massoneria italiana.
C'è, soprattutto, Sergio Magaldi che con Mauro Cascio dirigerà
«Luz». Magaldi è un operatore culturale che sa il fatto suo.
Ha decine di programmi culturali Rai alle spalle.
Già ricercatore a «La Sapienza» e preside nei licei di Stato,
è membro del consiglio direttivo della Società Filosofica Italiana.
E ancora: Gioele Magaldi, Stefania Severi, Paolo Stroppa, Pietro Ciaravolo, Amedeo
De Giovanni, Giuseppe Abramo. E Carmine Mario Mulière, artista
dai mille riconoscimenti.
Il secondo titolo della Har Tzion è «Necessità Matematica dell'Esistenza di Dio»
di René de Cleré cui seguirà il libro scandalo di George Le Clément
de Saint Marq: «L'Eucarestia. La dottrina occulta della Chiesa».
Maurizio Camerata ha infine curato la realizzazione di
un progetto dall'altissimo valore storico e documentario.
La pubblicazione
di un prezioso manoscritto del 1600, L'«Oedipus Aegiptziacus» di
Attanasius Kircher. Un'opera di grande formato, in latino.
Tino Buozzi
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