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Latina. Il comunismo non c'è più? Alberto Cardosi: «Non è con le interviste alla stampa che si possono cancellare decenni di storia...»
La Segreteria provinciale dei Comunisti Italiani della Federazione di Latina, riunitasi il 28 novembre 2005 esprime sconcerto, amarezza e totale disappunto, per le dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa dal Presidente del Partito, Armando Cossutta, dove si afferma che “il comunismo non c’è più … “ e che è “ … pronto a rinunciare a falce e martello … “ a tutti i costi pur di costituire l’alleanza con i Verdi, mettendo in seria difficoltà le compagne ed i compagni che lavorano nel territorio per la crescita e l’affermazione del PdCI.
«Non è con le interviste a mezzo stampa che si decide la linea e la strategia politica del Partito che è e rimane quella della Confederazione che unisca i comunisti con le altre realtà di sinistra e progressiste ognuno con la propria storia e la propria identità; ciò non vuol dire liquidare falce e martello che sono i simboli che hanno rappresentato e continuano a rappresentare le battaglie per l'avanzamento delle condizioni dei lavoratori e delle classi socialmente svantaggiate, per la pace, per la democrazia.
Non è decidendo di “recidere le nostre radici pensando di fiorire meglio” che si costruisce il nuovo, soprattutto se sono gli altri a chiederci di farlo.
Sono passati 14 anni dalla svolta della Bolognina di Occhetto che ha messo fine al Partito Comunista Italiano, ma le condizioni storiche per l'esistenza di una forza comunista non sono venute meno, c’è bisogno dei comunisti e del comunismo per continuare a dare speranza, prospettiva di cambiamento ed un orizzonte di giustizia sociale e di uguaglianza.
Come diceva Enrico Berlinguer “non ci può essere inventiva, fantasia, creazione del nuovo se si comincia dal seppellire se stessi, la propria storia e realtà”, pertanto restiamo convinti che la Confederazione che vogliamo costruire debba portare nel simbolo la falce ed il martello; per questo ci batteremo perché falce e martello siano presenti, sia alla Camera che al Senato, alle prossime elezioni politiche, facendoci carico delle nostre idee, della nostra storia in continuità con il presente».
Mauro Cascio
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