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Latina. Stalin Bar sull'Indipendente. Corversioni e convertiti. Ruini, Pennacchi e Famiglia Cristiana. «Meglio esser cattolici, quando serve...»

Dice: “Ci sta Ruini in giro che mena come un disgraziato”. È vero, pare Materazzi. Non passa giorno che non ne struppi uno. E mai un arbitro che fischi. Forse è per questo che c’è tutta sta gente che si converte: “Ahò, hai visto mai?”, penseranno. Il discorso non vale per Pera e Ferrara naturalmente, che sono stati anzi loro a convertire lui al gioco duro, ma Rutelli per esempio: prima era radicale e predicava gli aborti, mo’ non attraversa la strada senza farsi come Moncalvo il segno della croce. Tu guarda che si deve fare per un tozzo di pane e cicoria. Poi sono arrivate le crisi mistiche di Fassino, e subito Bertinotti – a ruota, per non perdere la battuta – ha rivelato che tutte le sere parla con Dio, altro che Berlusconi. Veltroni invece non se li fila, lui un altro po’ e dice messa sull’altare, in Campidoglio. Niki Vendola però li ha fregati tutti – “Tie’, còrreme appresso” – tessendo perfino l’elogio della Democrazia cristiana.
Mo’ tu dirai: “Ma perché non vuoi credere a un po’ di buona fede? Mica quelli penseranno che poi Ruini va in chiesa a dire di votare comunista”. Ahò, ne ho visti di matti a questo mondo. Ma sarà pure come dici tu: s’è convertito S. Paolo, non si possono convertire loro? Gli sarà apparso in sogno S. Michele Arcangelo.
(Ho però il dovere di confessare umilmente che, quando m’hanno operato di tre bypass a cuore aperto, avvertendomi che c’è sempre un 3% che va male e il paziente se la piglia in quel posto – e noi in attesa, tutte le volte che operavano qualcun altro, chiedevamo appena lo riportavano fuori dalla sala operatoria: “Come è andata?”, e quelli rispondevano “Bene, ce l’ha fatta, s’è salvato”, a noi ci pigliava davvero un colpo, perché così ci abbassava la media, se a ogni cento a tre gli tocca, se tocca a te non tocca a me, e stavamo tutti appollaiati lì fuori, durante l’operazione, a portargli iella, altro che Condor pasa, sopra il ramo – nonostante io sia ateo, o meglio, più che ateo sono deista, panteista to’, e Dio, se c’è, sta pure in un filo d’erba, è il soffio del cosmo, ma quando sta in un filo d’erba non ne sa niente di quello che succede altrove, non è un Deus omnia gubernans, non lo sa manco lui quello che è successo a Cogne, solo Taormina, be’, nonostante questo io, la sera prima che mi operassero, dopo avere spiegato per bene a mia figlia dove stavano le carte di famiglia, gli inediti da conservare e da vendere solo tra trent’anni, i debiti da pagare, la gente che ci deve dei soldi, i documenti segreti e lettere da bruciare subito: “Attenta ai filologi, non li far avvicinare se non pagano prima, e comunque tienili sempre d’occhio, perché quelli si fregano i documenti d’archivio; spara a vista sugli storici di «fascismo e città nuove» tutti figli di puttana; mettimi sotto terra, non nel fornetto, e non far parlare al funerale il sindaco Zaccheo, che mi ha preso per il culo”, bene, dopo che lei se ne è andata piangendo: “Ma che dici, papà”, “Va’, va’!” le facevo io, dopo una mezz’ora sono sceso in cappella, al piano di sotto, e senza che nessuno mi vedesse sono andato davanti alla statua della Madonna: “Madonna mia pensaci tu: se mi salvo vengo al Divino Amore”, e dopo ci sono andato, vedi un po’ se non ci andavo, che ne sai di come vanno le cose a questo mondo? Non si può mai sapere. Dice: “E non ti vergogni? Prima critichi quelli e poi fai come loro?”. Ahò, la pelle è pelle, io t’avrei voluto vedere a te. E poi oramai è successo. Tanto vale che me la rigiochi. Hai visto mai che Ruini, il giorno che decide di votare comunista, gli viene in mente di chiamarmi a me alla direzione di Famiglia Cristiana?)

Antonio Pennacchi


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