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Latina. Doolin Street. In corso la mostra di Sergio Ban. Maria Corsetti: «È una delle poche reali eccezioni del panorama artistico locale»

Caro Mauro, questa mattina sono a cortissimo di idee. È quindi il giorno giusto per il Doolin Street su ordinazione. Giovedì sera, quando mi hai fatto sostituire la mia Guinness con l’intruglio a base di coca cola, parlavamo della appena inaugurata mostra di Sergio Ban (al Caffé degli Artisti) e ci chiedevamo se ce la avesse a morte con noi per via di Doolin Street. Per chi non lo sapesse, specifico che Sergio Ban è un artista di Latina, che realizza opere di altissimo artigianato di grande suggestione. Io Sergio Ban non l’ho mai nominato, intendiamoci, non ci trovo nulla di ridicolo nei suoi lavori e nel modo in cui li presenta. Mi piacciono, non mi fanno ridere. Mi hai chiesto di esprimere pubblicamente il mio giudizio e l’ho fatto. Rimane che devo ancora capire perché Ban dovrebbe avercela con Doolin Street. Mica il Fiore di Luce lo ha fatto lui.
Altra tua richiesta, sempre formulata di fronte al bibitone, dire finalmente cosa ne penso della cabina telefonica, vale a dire dell’opera messa in mezzo al giardinetto di fronte alle poste. Ci sono passata ieri sera. Di notte è una struttura oggettivamente inutile. Di giorno può essere brutta, ma non è invasiva. Quando ci passi sotto, tipo tunnel, i mattoncini sono graziosi. Non è sfrontata come il Fiore di Luce, non irrompe come il monumento alle vittime di Nassirya. Il monumento ai veneti è realizzato da una mano femminile, il fiore e il pennacchio dei carabinieri sono maschili. La differenza è tutta lì.

Maria Corsetti


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