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Latina. Il Comune contro i librai. Giorgio De Marchis: «Era stato chiesto di non far vendere libri in piazza. Invece hanno fatto finta di nulla»

"Marketing Urbano contro i librai di Latina". A farsi portavoce del problema Giorgio De Marchis, consigliere comunale dei Democratici di Sinistra. «Il progetto - dice De Marchis - dovrebbe nascere con la condivisione dei commercianti, che sarebbero tra i maggiori beneficiari delle iniziative volte a far vivere il centro storico. L’amministrazione Zaccheo riesce invece nella non facile impresa di costruire un’iniziativa contro una categoria specifica di commercianti, i librai. Questi, tramite il loro sindacato, avevano manifestato la loro “netta contrarietà” alla presenza nell’ambito delle manifestazioni previste della vendita di libri. Il ragionamento dei librai si fonda su presupposto semplice e logico: le festività natalizie rappresentano, soprattutto per i librai del centro storico, il periodo di maggior rendimento. Pertanto ritenevano del tutto inutile, anzi dannosa, qualsiasi vendita di libri nelle piazze. Ben venga il marketing urbano, ben vengano le manifestazioni, ma il commercio lasciamolo ai commercianti. Con una lettera, il 29 novembre, i librai denunciavano anche il fatto che l’esposizione di libri sia estranea ad una seria programmazione culturale. L’amministrazione comunale, i cui Assessori Fanti e Guercio, erano perfettamente a conoscenza delle posizione dei librai, ha fatto finta di nulla anzi, ha aggirato i librai del capoluogo prevedendo la vendita di libri nell’ambito delle manifestazioni guardandosi bene dal consultare ed informare il Sindacato Librai di Latina. Questo atteggiamento è profondamente scorretto e offende la dignità di chi svolge con passione il suo lavoro. Vengono lesi i diritti fondamentali della categoria dei librai e si crea un precedente pericoloso che vede l’istituzione pubblica agire sul piano della programmazione commerciale contro gli interessi e le indicazioni di una intera categoria economica. Il Comune ha il dovere di ascoltare i commercianti e non deve sostituirsi ad essi. Il marketing Urbano attiene alla “vendita” ed alla promozione di un’entità urbanistica e non alla commercializzazione di uno o più prodotti. Chiederò, mediante un O.d.G. nel Consiglio di oggi, che l’Amministrazione torni indietro su questa scelta, rispettando la volontà dei librai che, in questo caso, prevale su quella dell’istituzione pubblica».

Mauro Cascio


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