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Latina. Grandezze e miserie del Premio della Saggistica. Il nuovo meccanismo impedisce a editori ed autori di partecipare direttamente
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Patrizia Fanti, assessore al Valore Cultura
del Comune di Latina. È stata presentata ieri alla stampa la nuova edizione
del Premio Nazionale di Saggistica Città di Latina.
Ci sarà una Giuria scientifica sarà composta da otto giurati, scelti tra le personalità più
in vista della cultura italiana. Ogni componente, entro la metà del prossimo mese di gennaio,
segnalerà alla Presidenza e alla Segreteria del Premio due opere che, a suo insindacabile
giudizio, sono state estremamente significative nel panorama della saggistica italiana,
opere pubblicate nell'anno in corso, da gennaio a dicembre. Un meccanismo, che esordisce
quest'anno, che però di fatto impedirà ad autori e case editrici, come solitamente avviene,
di "iscriversi" al Premio e che rischierà non tanto di rendere meno "trasparente" il Premio
stesso quanto meno prestigioso, chiuso in sé, isolato e poco appetibile come vetrina
editoriale. Gli organizzatori rispondono con una giuria qualificata e con il coinvolgimento
delle scuole. Se dubbia appare quest'anno la modalità di svolgimento di un Premio che
rischia di essere fondamentalmente inutile per tutti, di assoluta eccellenza sembrano
essere gli incontri con l'autore programmati: dopo un esordio incolore, con Francesco
Lambiasi, membro di spicco della comunità religiosa più numerosa nel nostro Paese,
ci saranno
nei prossimi mesi, tra gli altri,
Giulio Ferroni e Giovanni Sabbatucci.
Roberta Colazingari
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