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Latina. Dalla ceramica alla pittura. Antonio Garullo e Mario Ottocento: «Un percorso artistico che ci sta portando verso la tela»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Antonio Garullo e Mario Ottocento. All'Enologico una mostra delle vostre opere. Perché?
«Questa mostra segna un momento di un percorso che ci sta portando sempre più verso
la tela, verso la pittura. E noi siamo nati come artisti di ceramica. Il colore e la
pittura-pittura alla fine hanno avuto la meglio». Tanti colori, poche forme. Cosa
vi ispira? «Rossi e gialli accesi ci ispirano tante emozioni. Anche quando ci
occupiamo di figure astratte. Ma amiamo anche la figurazione pittorica del novecento,
da Matisse a Modigliani. C'è una poesia molto intensa anche nei nostri ritratti
del femminile». C'è una scultura splendida: un pensatore con un libro in mano. Vi
rappresenta? «Amiamo Montale. Lo abbiamo scoperto sulla spiaggia di Sabaudia.
Sereni, rilassati, per recuperare noi stessi. È quasi autobiografico».
Per terminare, che cos'è l'arte? «Una buona parte parte della vita.
Semplicemente».
Mauro Cascio
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