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Latina. Doolin Street. A piazza del popolo la fiera del kitsch. Come nemmeno la "paglia artistica" e colorata del cortile della Coldiretti
Caro Mauro, la foto della settimana non avrebbe bisogno di commenti. “Parliamone”. Se lo dicono da soli. L’aiuola ritratta sta in piazza del Popolo e fa parte degli addobbi natalizi. Siccome l’albero di Natale – grande e ben addobbato – non è stato giudicato sufficiente, si è pensato di perseverare nell’esperienza delle istallazioni artistico-floreali-natalizie-e-non che abbiamo già ammirato gli scorsi anni. L’edizione 2005 prevede: l’aiuola di cui sopra, dove, accanto ad un praticello inglese, c’è un mucchio di calcinacci e bottiglie compostissimi, tanto che ci metti un po’ a capire che vuole rappresentare il degrado. Per spiegartelo ci piazzano la lavagnetta con scritto “parliamone”. Sulla sinistra – invece – si è preferito riempire uno spazio con un sapore più festivo e meno riflessivo. Un bel cubo, tre metri per tre circa, con il rivestimento esterno che raffigura piante di stelle di Natale. Il cubo è illuminato dall’interno e di notte hai l’impressione di trovarti al cospetto di un’enorme abat-jour di quelle che vendono nei negozi tutto a 99 cents. A me il kitsch ha sempre affascinato e quindi promuovo il cubone, consapevole che trattasi della cosa più brutta mai comparsa su piazza del Popolo che pure avrebbe un sacco di cose da raccontare. Ma non ci si ferma qui. Sul lato posteriore dell’albero – se lo si guarda dando le spalle all’orologio sennò diventa il lato anteriore – c’è un’altra aiuolina, con sopra indovina un po’, un’ulivo. Un albero di olive, la scoperta del 2005.
Visto il successo della rotonda di via Polusca, si è deciso di riproporre l’albero che fruttò alla dea Athena il diritto a dare il nome alla capitale della Grecia.
Uè, che s’è messo in testa il mio assessore preferito? No, Latina è già il secondo nome che mettono a questa città in 70 anni. Maurizia no, non ce la chiamiamo. Hai voglia a piantare ulivi.
Maria Corsetti
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