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Latina. 40 anni di Consorzio di Sviluppo Industriale. Enzo Vaccarella: «Alla politica chiediamo nuove leggi e moderne infrastrutture»

Ai microfoni di ParvapoliS con Enzo Vaccarella, presidente del Consorzio per lo Sviluppo Industriale Roma-Latina, che ha celebrato il suo quarantesimo anno di vita. Nato nel 1965, il Consorzio ha vissuto diverse fasi, a partire da quella della Cassa per il Mezzogiorno, definita una stagione di stampo "assistenzialistico" nel corso del convegno "Un modello di sviluppo coerente con le nuove direttive europee", cui hanno preso parte il direttore del Consorzio, Gaetano Zulli, l'assessore alle Attività Produttive della Provincia di Latina, Silvio D'Arco, l'assessore alle Attività Produttive della Provincia di Roma, Bruno Manzi, l'assessore al Lavoro e Sviluppo del Comune di Latina, Giuseppe Di Rubbo, con l'intervento conclusivo dell'on. Domenico Di Resta, presidente della Commissione Sviluppo Economico, Ricerca, Innovazione e Turismo della Regione Lazio. Qual è lo stato attuale dello sviluppo industriale a Latina e quali le prospettive future? «È uno stato molto positivo per le prospettive, sia di insediamento, sia per la capacità attrattiva, in particolare per quanto riguarda l'area nord, giunta alla saturazione delle aree, tant'è che abbiamo avviato un confronto, sia all'interno del CdA, sia con alcune amministrazioni di Enti Locali, per rivedere il piano regolatore territoriale, per poter ampliare l'area del consorzio stesso. Nella parte sud del Consorzio invece, in particolare nell'area di Mazzocchio, utilizzata al 50%, abbiamo dei riscontri positivi in virtù del fatto che apriremo lo svincolo sulla superstrada Terracina-Frosinone, che in breve tempo, circa trenta minuti, porterà le merci sull'autostrada del Sole. Tutto ciò ci fa ben sperare per il futuro del consorzio, ma in particolare,il consorzio sta assumendo un ruolo sempre più importante, rispetto alle dinamiche dell'impresa, passate dalla fase tradizionale di sostegno all'impresa,alle agevolazioni per l'insediamento sul territorio, ad una seconda fase, che è quella di offrire alle imprese dei servizi e in particolare stiamo facendo un'ottima esperienza riguardo l'internazionalizzazione: proprio oggi firmeremo un protocollo d'intesa con la Regione Lazio per la gestione di un contact-point a Bucarest in Romania, dove abbiamo decine di imprese che già operano. Proprio all'inizio di dicembre, inoltre, abbiamo presentato, per conto di trenta imprese, dei progetti di internazionalizzazione per oltre un milione e ottocentomila euro». Quante sono le imprese che fanno parte del consorzio e su quale area? «Le imprese sono 480, su un'area di oltre tremila ettari di territorio e sono suddivise in sette agglomerati, in particolare quelli di Santa Palomba, Castel Romano, Aprilia, Latina Scalo, Mazzocchio, Pontinia e Sezze Scalo. Ma abbiamo ancora disponibili vaste aree per le imprese che vogliano insediarsi in questo territorio». Nel corso del convegno è emerso forte il ricordo dell'epoca della Cassa per il Mezzogiorno, definita in parte "assistenzialistica". Oggi, alla luce anche della fine di quel periodo, quali sono le "richieste" che fate alla classe politica? «Per prima cosa, strutturare il consorzio per adeguarlo, dal punto di vista operativo, ad un nuovo ruolo che faccia fronte alle mutate esigenze delle imprese e dare al consorzio una nuova legge di riferimento perché la legge n.13 è ormai obsoleta (peraltro, era nata come una legge di transizione, e poi è rimasta fissa). Ci sono però delle forti istanze per rivedere quella legge, per fare in modo che il consorzio abbia non solo un ruolo tecnico, ma anche di sostegno, di sviluppo e di programmazione del territorio, anche perché - per fare riferimento al tema del convegno - oggi l'Europa e la competitività globale ci impongono una progettualità macroeconomica, piuttosto che singola o localistica».

Andrea Apruzzese

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