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Latina. 40 anni di Consorzio di Sviluppo Industriale. Domenico Di Resta si difende dalle critiche sul Corridoio Tirrenico: «Indietro non si torna»

Ai microfoni di ParvapoliS con l'on. Domenico Di Resta, Presidente della Commissione Sviluppo Economico, Ricerca, Innovazione e Turismo della Regione Lazio, che ha preso parte al Convegno "Un modello di sviluppo coerente con le nuove direttive europee" per le celebrazioni dei quarant'anni del Consorzio per lo Sviluppo Industriale Roma-Latina. Due i temi forti emersi dal convegno, per primo le infrastrutture: non ci sarà più il Corridoio Tirrenico, al suo posto la Regione ha optato per una "SuperPontina", sommersa dalle critiche. Tutti gli amministratori locali della provincia e le forze economiche (Camera di Commercio, Confindustria) vi rimproverano di volerlo ostacolare lo sviluppo. E il Ministro Lunardi assicura che, Marrazzo o non Marrazzo, il Corridoio si farà... «La nostra posizione è nota. Con più realismo, vogliamo sistemare la Pontina, adeguarla, metterla in sicurezza, per permettere un trasporto veloce tra Latina e Roma e al tempo stesso realizzare la bretella che - tramite Cisterna e Valmontone - colleghi con l'autostrada. Nel corso di questa legislatura apriremo i cantieri e porteremo avanti le opere indicate». Il secondo tema indicato dalle imprese è la richiesta di un adeguamento delle leggi e normative di sostegno e sviluppo industriale. «Noi dobbiamo favorire una nuova convenienza per attirare gli investimenti industriali sul territorio. Un tempo le industrie venivano perché c'era la convenienza della Cassa per il Mezzogiorno, oppure di un costo del lavoro più basso. Oggi invece dobbiamo costruire dei meccanismi di attrazione più qualificati: in questo senso dobbiamo investire in innovazione e ricerca, e in questa direzione la Regione Lazio sta facendo delle cose importanti, come il vecchio distretto per il chimico-farmaceutico, per l'agroindustria; stiamo avanzando l'idea di un distretto per le bioscienze, che può essere molto utile per le aziende chimico-farmaceutiche del territorio e al tempo stesso dobbiamo costruire altri fattori che sono appunto strutture adeguate, formazione, aree che possano essere date in tempi celeri, una burocrazia che lavori, che non sia di impedimento alle imprese ma che possa essere elemento agevolativo; dobbiamo inoltre ridurre tutti i tempi necessari per l'approvazione di strumenti urbanistici. In una parola, dobbiamo fare tutto quello che ci permetta di seguire i tempi dell'economia e non quelli troppo lenti della politica».

Andrea Apruzzese

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