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Latina. La mostra sulle città di Fondazione: è polemica. Antonio Pennacchi: «Costa 87mila euro ed ha fatto "scoperte" note da anni»
In riferimento alla sconvolgente notizia che nella prossima mostra di Fabio Bianchi e Massimiliano Vittori, "tra le curiosità e le vere e proprie 'scoperte' che verranno presentate” – come si annuncia nel loro comunicato – “finalmente si farà luce sulla prima delle città nuove, inaugurata ma mai costruita, Mussolinia di Sicilia", mi spiace dover comunicare che: a) Mussolinia non è la prima, poiché prima di lei ce ne stanno almeno altre 9, e costruite per davvero, come, nel 1922, Borgo Piave nei pressi di Lecce e Libertinia in quelli di Caltagirone, in Sicilia; b) la scoperta è vecchia di almeno 35 anni, essendo stata esaurientemente trattata da Sciascia nel 1970 in La corda pazza. Scrittori e cose della Sicilia, ripubblicato da Adelphi nel 1990 (pp. 169-173). Era stata poi ripresa da Giorgio Muratore nel 1999 in Sabaudia, 1934. Il sogno di una città nuova e l’architettura razionalista, (p. 34), e dall’umile sottoscritto nel n. 2 di LiMes del 2003 – più di due anni fa quindi – nel saggio “I borghi di Sicilia-1” (pp. 295-303) di cui mi permetto di sottoporre l’estratto:
“In Sicilia il fenomeno stesso della fondazione di città nuove è una costante che attraversa tutti gli ultimi secoli. E quindi non è un caso che le prime città del fascismo nascano qua. Dice: “Ma come, le prime non erano Littoria e Mussolinia in Sardegna?”. No, Littoria è del 1932 e Mussolinia del 1928, ma la debbono chiamare apposta “Mussolinia in Sardegna” – tutto compreso nella denominazione, anche negli atti ufficiali – per distinguerla proprio dalla prima Mussolinia, che era invece nata in Sicilia, anche se poi sembra che non abbia mai visto la luce. Ne parla Sciascia – citato anche da Giorgio Muratore – che racconta come nel 1924 il Duce venisse a metterne la prima pietra nel bosco di Santo Pietro. Si era anche qui nel comune di Caltagirone – proprio come Libertinia, anche se questa adesso è frazione di Ramacca – e a tutte le manifestazioni partecipò in prima fila il barone senatore Libertini che aveva già dato il suo nome a quella di cui sopra (di Caltagirone era pure don Sturzo). Dovevano fare una città-giardino, progettata dall’arch. Fragalà, e al Duce chissà che gli pareva: “Mussolinia, ahò” avrà detto la sera prima a donna Rachele. Poi invece non hanno fatto più niente. Solo la fondazione, poi basta. Il Duce chiedeva informazioni, ma i lavori s’erano fermati, e pare non siano più ripresi: “Chissà se tra qualche secolo”, dice Sciascia, “un archeologo non si darà a scavare nel bosco di Santo Pietro, alla ricerca della città-giardino”. Comunque deve essere per questo che l’anno dopo, il 12 ottobre 1925, il Duce – come riporta lo stesso Sciascia – dirà ad Anzio: “Quando partecipo ad una cerimonia che consiste nella posa di una prima pietra, io sono generalmente grigio, perché ho constatato che talvolta l’erba cresce sulla prima pietra prima che vi si posi la seconda”. Dev’essere rimasto scottato. Difatti non si presenta nemmeno per la fondazione di Littoria, il 30 giugno 1932, e si incazza pure con Cencelli perché ha dato troppo risalto all’evento: “Méttitele tu le prime pietre”. Poi naturalmente viene per l’inaugurazione, il 18 dicembre 1932, dopo che ha visto che le cose vanno bene, e da allora di seguito non se ne perde una, è una prima pietra appresso all’altra. Ma questo accade dopo, molto dopo, e Mussolinia di Caltagirone gli rimane per un pezzo di traverso, tanto che nel ’28, quando fanno l’altra in Sardegna, nella zona di bonifica dell’Arborea, le fonti dicono che storce la bocca – “Chiamatela in un altro modo” – all’idea di metterci il nome suo. Non vuole proprio: “Già m’avete preso per il culo un’altra volta”. Poi alla fine si piega ma, per distinguerla da quell’altra, la si dovrà chiamare per forza e per esteso “Mussolinia in Sardegna” perché, anche se quella di Sicilia non è più stata fatta, oramai stava sulla carta, dentro i ministeri, con tanto di bollo. Che dovevano fare?”.
Fin qui l’articolo su LiMes del 2003, ma anche Camilleri l’anno scorso – 2004 – in uno dei suoi ultimi libri ha trattato di Mussolinia in Sicilia. Più di 35 anni quindi che se ne parla – e se ne scrive – però adesso finalmente Bianchi e Vittori hanno fatto la “scoperta”. So’ arrivati primi. Alla modica cifra di 87.000 euri. Sono proprio curioso, il 29, di venire a vedere quali altre cazzo di scoperte come questa hanno fatto questi due.
Antonio Pennacchi
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