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Latina. Banche rosse. I Riformatori liberali: «L’affare Unipol ha messo a nudo il conflitto di interessi strisciante che coinvolge la sinistra italiana»
Fatti salvi i comportamenti illegali da accertare, non si discute la legittimità dell’OPA Unipol su BNL; altro, però,
è chiedersi quanto sia sostenibile l’ipocrisia della difesa delle cooperative e delle loro prerogative nel momento in cui
esse agiscono al di fuori di qualsiasi logica mutualistica. Su questo il legislatore non può chiamarsi fuori, se non a
costo di sancire che nella finanza italiana alcuni soggetti sono "più uguali degli altri". Quando la dizione "società cooperativa" diventa una pura finzione siamo di fronte ad una distorsione della concorrenza che non può essere tollerata.
L’affare Unipol ha messo a nudo il conflitto di interessi strisciante che coinvolge la sinistra italiana: dopo anni di autoproclamata superiorità morale i DS vedono affiorare pubblicamente quella commistione tra affari e politica che li coinvolge e che i suoi esponenti denunciavano aggressivamente nel campo del centrodestra.
Nessuno può pensare che sia possibile eliminare i rapporti tra economia e politica, ma la patologia italiana consiste nel fatto che quasi sempre questi rapporti sfuggono al controllo dell’opinione pubblica.
Per liberare il più possibile la politica italiana dall’economia è necessario liberare l’economia dalla politica. Occorre rilanciare le privatizzazioni, ridurre la spesa pubblica, evitare ogni tentazione protezionista e garantire mercati aperti e concorrenziali. Solo una stagione di drastiche riforme liberiste potrà ricondurre il ruolo delle istituzioni e della politica a quello di regolatori, evitando il più possibile l’insana e sotterranea commistione che sta emergendo.
Mauro Cascio
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