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Latina. Ladri di musica. Giuseppe Pannone: «Le Donne dice che l'ex consorzio non è adatto per l'auditorium. Che competenze specifiche ha?»

«Un noto cantautore di Asti ha scritto “le donne odiavano il jazz .. non si capisce il motivo”. A Latina, si potrebbe dire “Le Donne teme la musica … chissà per quale ragione”». Spiega Giuseppe Pannone, consigliere de La Margherita: «Davvero non si comprende la pseudo polemica tra il primo cittadino e un dirigente del Comune. Come al solito si continua a confondere le acque per non far capire quale sia la vera posizione del Sindaco o quale idea Zaccheo abbia per il futuro della città. E’ forse il classico gioco delle parti, per raggiungere non si sa bene quale obiettivo: da una parte il Capo del Municipio che dice di volere l’auditorium, seppur “condito” con negozi, coffe shop, ristoranti (in realtà un centro commerciale polifunzionale, nel quale lo spazio della musica diventa un semplice accessorio), dall’altra un tecnico dell’Ufficio Grandi Opere il quale, pensando che “ai privati un ritorno bisognerà pur darlo”, sostiene l’inidoneità della struttura ad ospitare un auditorium. A parte il fatto che sarebbe utile conoscere quale alta specializzazione abbia il Dirigente in questione per giudicare le caratteristiche e le necessità acustiche degli spazi in questione (altri veri esperti hanno realizzato simili opere in analoghi spazi ed altri specialisti hanno ritenuto che le strutture esistenti nell’ex Consorzio Agrario si prestino perfettamente alle necessità musicali, per citare un esempio l’arch. Wilmotte), non si comprende perché per realizzare una struttura come l’auditorium si debba ricorrere necessariamente ai privati con il famigerato project financing, espressione magica utilizzata dall’Amministrazione Comunale per la progettazione di ogni opera partorita dalla fervida fantasia del Sindaco. Evidentemente non si conosce, o si fa finta di ignorare, la realtà musicale dell’intera provincia. Si pensa semplicemente che per fare qualche cosa bisogna coinvolgere l’interesse dei privati (ci si chiede, poi, quali), senza considerare che prima vengono gli interessi della comunità. Ci si dimentica che per realizzare progetti in grande esistono anche i finanziamenti europei. Latina ha bisogno di progettare il proprio futuro per dare una prospettiva ai propri giovani, deve diventare punto di attrazione sfruttando le proprie ricchezze culturali, deve costruire qualche cosa di duraturo e che abbia prospettiva. Certo, non abbiamo bisogno di un altro “centro polifunzionale per il commercio” (più volgarmente detto Centro Commerciale) che creerebbe solo altro lavoro precario e non qualificato, soprattutto al centro e con buona pace degli operatori commerciali (e del tanto sbandierato marketing urbano). Nella sua canzone lo stesso cantautore dice “..l’argenteria spariva, ladri di stelle e di jazz..”*. Non vorrei che con la scusa delle “Grandi Opere”, dopo aver fatto apparire il nome di professionisti d’oltralpe, si pensi ad ipotecare ancora una volta il futuro di Latina a favore di pochi privilegiati con l’ennesimo progetto di “finanza creativa”».

Mauro Cascio


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