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Latina. Obolon, teatro e scuola si incontrano. Gianluigi Polisena: «Ci interessa sviluppare un discorso allineato ai problemi di cronaca...»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS con Giovanni Di Giorgi, Assessore alle Politiche Sociali e Giovanili del Comune di Latina e con Gianluigi Polisena, ideatore e produttore di "Una storia da lontano", per la sesta edizione del Progetto Obolon. Quattro le date in cui "Una storia da lontano" andrà in scena presso il Teatro Comunale di Latina "Gabriele D'Annunzio": il 21, 22 e 23 febbraio 2006 con le matinée per le scuole alle ore 10.00 e il 22 febbraio 2006 alle ore 21.00 con la soirée per il pubblico. La piéce teatrale, presentata ieri, vede ancora una volta come target principale le scuole superiori della provincia di Latina, che assisteranno questa volta ad una rappresentazione particolare: "Una storia da lontano" racchiude infatti le memorie di guerra raccontate da uno dei massimi giornalisti inviati di guerra italiani: Franco Di Mare, che per diverse testate (prima il TG2 ed ora il TG1 della Rai) in venti anni di carriera è stato sui fronti più caldi e nelle situazioni più tragiche, dalla Sarajevo della guerra nella ex-Jogoslavia negli anni '90 fino all'intervento statunitense in Iraq degli ultimi tre anni. Le sue memorie sono il risultato di questi anni, vissuti da cronista, ma soprattutto da uomo, che non dimentica la sua sensibilità e non trascura mai di testimoniare la guerra non solo nelle grandi battaglie e nelle vicende politiche, ma soprattutto nella quotidianità delle popolazioni civili che delle guerre subiscono la violenza. Uno dei ricordi più tragici, che Di Mare ha riportato nel corso della presentazione, è quello del corpo di una bambina, all'obitorio di Sarajevo: «Quella bambina - ha raccontato il giornalista - aveva ancora il sorriso sul volto, perché stava giocando nel momento in cui la morte l'aveva colta. Una pallottola le aveva spaccato il cuore, cristallizzando per sempre la sua espressione. E quella pallottola era stata precisa: un cecchino aveva preso la mira, aveva scelto lei come vittima. Come è possibile che avvengano certe cose? Se posso comprendere - ma non condividere - l'economia di una guerra, di un soldato che spara su un altro soldato suo nemico, non riesco proprio a capire questi altri eventi». Nel corso della presentazione (cui hanno preso parte tra gli altri, lo stesso Di Mare, il regista dello spettacolo, Giancarlo Loffarelli, il Sindaco di Latina, on. Vincenzo Zaccheo, il consigliere della Regione Lazio, on. Domenico Di Resta, l'assessore alle Politiche della Scuola della Provincia di Latina, Alessandro Maracchioni, l'assessore al Valore Cultura del Comune di Latina, Patrizia Fanti), è stato sottolineato come lo spettacolo (realizzato da UnicaEventi di Gianluigi Polisena con il patrocinio e il contributo di Comune di Latina, Provincia di Latina e Regione Lazio) si articoli lungo un percorso che cerca di indagare sulla guerra come manifestazione di una dimensione connaturata all'uomo. La scelta di strutturare la rappresentazione come affabulazione da parte di un vero inviato di guerra (Franco Di Mare), e non di un attore che ne recita la parte, intende cogliere uno specifico della guerra nell'attuale contesto mediatico: il cronista di guerra è il primo medium che avvicina la realtà della guerra alla quotidianità dell'esistenza di ognuno ed è quindi il testimone privilegiato della modalità con cui la guerra si dà nella contemporaneità. Lo spettacolo si presenta come un flusso narrativo ininterrotto in cui vengono fusi diversi aspetti: la narrazione di esperienze realmente vissute dal cronista di guerra, le testimonianze dirette di persone che hanno vissuto la guerra in prima persona, la lettura e la drammatizzazione di brani di opere letterarie (tra gli autori figurano Omero, Eraclito, Shakespeare, Tolstoij, Pirandello, Simone Weil, Hannah Arendt), che raccolgono il sedimentato della riflessione dell'uomo sull'esperienza della guerra, musiche eseguite dal vivo evocanti atmosfere di epoche belliche, filmati che testimoniano per immagine la crudeltà di ogni guerra. "Una storia da lontano" coniuga la profondità e precisione dei contenuti con la loro fruibilità per un largo pubblico ed evita di presentarsi come una dotta dissertazione sul tema della guerra, per assumere pienamente la dimensione dello spettacolo teatrale, volto a suscitare nel pubblico una molteplicità di sensazioni che oscillano dalla commozione all'indignazione senza disdegnare il sorriso, poiché anche l'ironia è stata spesso un valido strumento per difendersi dalla brutalità della guerra. Molteplici quindi anche i possibili approfondimenti tematici interdisciplinari a disposizione dei docenti, dalla storia alla religione, dalla filosofia all'arte e alla letteratura.

Andrea Apruzzese

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