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Latina. Ds con le mani nel sacco? Clemente Mastella: «Berlusconi non era garantista fino a ieri?». Ma la sinistra perde punti in percentuale
Davanti le Telecamere di ParvapoliS con Clemente Mastella, Vice Presidente della Camera dei Deputati e segretario nazionale dei Popolari-Udeur, a Latina per l'inaugurazione della nuova sede del partito, in via Oslavia.
Il tema del giorno sono le dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ai magistrati sulla vicenda Ds-Unipol: il centrodestra guadagna punti in percentuale, gli elettori storici della sinistra sono disorientati: lei ritiene, come i suoi alleati, che sia stato fatto un uso "politico" delle procure?
«Questo non lo so, ma mi sembra sicuramente un atteggiamento improprio ed improvvido da parte di Berlusconi, che ha sempre tenuto al garantismo: non può ora andare dai giudici a dire "Io ho sentito dire questo...". Mi sembra una forma di ingiusta delazione, tipica di chi spia, di chi sta sotto la siepe ad ascoltare. Non mi sembra un costume politico positivo. Poi, su quello che hanno o non hanno fatto i Ds, io credo che Fassino sia una persona onesta e non ho motivo di pensare altrimenti. Ma che il Presidente del Consiglio si rechi in Procura per fare un'azione da delatore, mi lascia perplesso. Secondo me non è più in grado di governare, ha la testa da un'altra parte, non ha più la concentrazione».
Alla luce della dichiarazione di Piero Fassino («Con questo clima, niente confronti»), teme che la campagna elettorale stia già prendendo toni troppo alti?
«Le spiego: secondo me, il guru che suggerisce la campagna elettorale a Berlusconi ha fatto questa scelta perché è più facile fare campagna in questo modo, con le polemiche, piuttosto che andare in televisione e sentirsi domandare "Cosa hai realizzato per le famiglie? Dove sono le strade i cui lavori sono stati annunciati? Perché i treni che ogni giorno prendono i pendolari sono pieni di pidocchi?". È più facile dire "Quelli hanno preso o non hanno preso..." Io so di non aver preso nulla».
Quali sono i temi più rilevanti della campagna elettorale dell'Udeur?
«Dobbiamo recuperare nel Paese una speranza che oggi non c'è più e dobbiamo ripartire dalla centralità della famiglia. Ad esempio, è necessario incentivare i giovani, restituire loro fiducia e aiutarli a mettere su una casa, una famiglia. Ormai il primo figlio non arriva prima dei 33 anni: quando pensi di poterne fare un altro? Io sono a favore del "quoziente familiare" sul pressing fiscale: se un uomo è scapolo, è giusto che paghi una certa percentuale di tasse. Ma se ha due figli, una nonna a carico, deve avere delle agevolazioni. Queste sono norme elementari che devono essere applicate».
Andrea Apruzzese
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