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Roma. Macondiano al Teatro dell'Orologio. Faiber Lozada Hermosa: «In Sudamerica il cattolicesimo fu imposto con la forza. Non siamo cattolici»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Faiber Lozada Hermosa al Teatro dell'Orologio di Roma fino al prossimo 22 gennaio con "Mancondiano. La vita è più semplice di quello che appare", liberamente ispirato al romanzo "Cent'anni di solitudine" di Gabriel Garcia Marquez. Nulla è più magico della realtà di Macondo, dove si fondono fantasia, felicità, tristezza, e molto altro del popolo colombiano e latino-americano. È esattamente in questo luogo mitico che viene condotto lo spettatore di "Macondiano", che entra nella storia della famiglia Buendìa, seguendola nel corso di sei generazioni, a partire dal capostipite e fondatore del villaggio, Josè Arcadio, sino all’ultimo della stirpe, la cui nascita sancisce una fine già preannunciata da tempo. Gli eventi che si snodano nel corso della storia seguono un percorso circolare, in un tempo senza tempo: tutto resta sostanzialmente immobile, malgrado l’alternarsi di fatti, vicende, cambiamenti che sono solo apparenti. La storia della famiglia segue la storia del piccolo villaggio di Macondo, dalla sua fondazione alla sua fine, attraverso l’arrivo degli zingari, i tentativi di conoscere e di aprirsi all’esterno, l’arrivo dei nordamericani, le guerre civili condotte dal colonnello Aureliano, le molteplici avventure e disavventure di tutto il suo popolo. "Macondiano" è uno spettacolo dallo stile personalissimo, connotato da aspetti surreali, intriganti, affascinanti: mescolando tradizione indigena, riferimenti alla storia della Colombia, tradizioni di diversi popoli, le scene procedono in una successione di immagini evocative, riuscendo a sintetizzare lo spirito profondo del romanzo in poco più di un’ora. Cinque attori danno corpo e vita ai molteplici personaggi del romanzo, filtrandone la loro essenza, come figure simbolo dell’intera umanità. L’attore è realmente l’elemento principale della scena: con le sue tensioni dinamiche entra in contatto con la magia e l’atmosfera surreale del romanzo: lavorando con oggetti semplici, ma precisi, trasforma le emozioni di personaggi che vivono diversi momenti storici. Accanto ai cinque interpreti, la musica, concreta presenza della tradizione colombiana, aggiunge concretezza e vigore alle scene. Si parla anche di religione, di religione vera, quella autoctona e non quella cattolica... «Sì, il cattolicesimo non è universale. La religione cattolica qui ci è arrivata, qualche volta con la forza, e qualcuno si è convertito». Per il carattere vivo, diretto, ed essenziale con cui tutto viene fatto apparire naturale e spontaneo, anche le situazioni surreali e incredibili, "Macondiano" lascia trasparire una verità luminosa e rigenerante: la vita è più semplice di quello che appare. E questo è il teatro.

Claudio Ruggiero

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