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Latina. Doolin Street. Maria Corsetti: «Caro Mauro, io credo che non abbiamo mai riflettuto abbastanza su quanto è brutto il Teatro Ridotto»

Caro Mauro, mi viene il dubbio che non abbiamo mai riflettuto abbastanza su quanto è brutto il teatro ridotto di Latina, oggi teatro Càfaro. L’immagine mi si è visualizzata all’improvviso ieri sera mentre scrivevo un pezzo sul concerto del Trio Arbos ed ho capito cosa, al di là della loro splendida performance, li aveva resi magici ai miei occhi oltre che alle mie orecchie. Il Trio, ospite giovedì sera della rassegna “Concerti d’inverno”, è riuscito nella missione impossibile di rendere elegante anche la sala del teatro Càfaro, vero monumento allo stile anni 80 il più antiestetico mai comparso su questa terra. Al teatro di Latina toccò nascere in quegli anni (comunque per fortuna perché dopo non è stato fatto più nulla, se non alcuni apprezzabili recuperi) mentre in tivvù spopolavano le Sue Ellen dalle spalline imperiose e l’industria automobilistica tirava fuori modelli come l’Arna o la Duna. Per amor del vero: anche la Uno nacque allora, ma probabilmente si trattò di un anacronismo. Ripeto, per fortuna che l’hanno fatto, ma, già che c’erano, potevano impegnarsi un po’ di più sulla sala del ridotto. A parte la genialità di farla a ridosso della strada in modo che, appena parte un’ambulanza (l’ospedale sta a dieci metri), la sirena diventa parte integrante dello spettacolo, il resto è da studiare bene. Chi ricorda il foyer prima versione, ricorderà anche che il doppio separè in marmo che strozza l’entrata è un’aggiunta. Prima non c’era e l’insieme era più gradevole, con l’ampia scalinata e la severa tenda nera in mostra. Poi in troppi facevano i furbi ed eludevano il controllo del biglietto, quindi si è corsi ai ripari. Biglietti pagati, ma estetica ridotta ai minimi termini con quella saletta triste che è stata ricavata e le belle poltrone di pelle bianca ingrigite dal tempo. Entrando nel teatro vero e proprio vediamo un tentativo di ornare il soffitto con delle vele in legno. Una volta uno del teatro mi ha detto che si trattava di un’assoluta intelligenza per rendere l’acustica migliore di quella del teatro di Epidauro. Un paio di musicisti mi hanno detto che, in fondo, quanto ad acustica non è il peggiore che hanno visto.

Maria Corsetti


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