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Latina. Massoneria e laicità. Vittorio Sgarbi: «Sono aconfessionale anche in senso laico. Ma la Massoneria ha una tradizione culturale nobile»
Vittorio Sgarbi continua a difendere a spada tratta la Massoneria, ma precisa di non essere
massone. «Sono aconfessionale anche in senso laico», dice, «però ritengo che sia
assurda qualsiasi discriminazione. Mazzini, Garibaldi, Mozart erano massoni. Ora che c'è
di male se qualcuno si ispira a loro piuttosto che a Budda? Si tratta di libere scelte
che vanno rispettate, come possono essere quelle di diventare buddisti o musulmani.
La Massoneria ha una tradizione culturale nobile. Poi è stata identificata con le logge
deviate, in particolare con la P2 di Licio Gelli. Ma la Cassazione ha spazzato via, ridicolizzandolo,
il teorema del magistrato Gherardo Colombo, che configurava la P2 come struttura criminale.
Gelli ha avuto delle condanne individuali, non per associazione a delinquere. Altrimenti
sarebbero stati condannati anche Maurizio Costanzo e Roberto Gervaso, che facevano parte della
P2. La sua loggia aveva una configurazione discutibile, ma non era la mafia». Eppure permane
qualche volta la convinzione che le logge massoniche siano delle lobbies, dei posti dove
si va per fare amicizie importanti, ottenere favori e sostenere nelle sedi istituzionali
gli interessi degli iscritti. «Se è per questo», sostiene Sgarbi, «allora anche Confindustria
e i sindacati sono delle lobbies. L'unico lato negativo che trovo nella Massoneria è il suo
essere fuori moda, il suo essere troppo settecentesca. Ma non vedo nessuna pericolosità».
Mauro Cascio
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