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Latina. Aereoporto. Pasquale Verrengia: «Una grandissima occasione da non perdere. Sbaglia chi dice che è l'ennesima servitù a Roma...»
Intervento di Pasquale Verrengia, segretario generale della Cisl di Latina. «La geografia e la storia hanno voluto posizionare Latina tra due territori di straordinaria cultura e tradizione, Napoli e Roma. L’essere in una posizione geografica intermedia non deve essere vista come una profonda iattura ma invece come una forma di valore aggiunto e come uno strumento di ulteriore sviluppo. Del resto, come si può pretendere di competere con due colossi di questo stampo? Per questo, mi viene da sorridere allorquando apprendo dai giornali che l’Amministrazione provinciale, a cui dovrebbe spettare il naturale ruolo di cabina di regia dell’intera realtà territoriale, respinge al mittente (cioè, Roma e la Regione Lazio) la possibilità di sviluppare e dare impulso allo scalo aeroportuale civile. E perché? Per tutelare Latina e il suo territorio affinché non diventi una ‘servitù romana’? Ma come, per anni, per decenni, questo territorio ha pagato pedaggi e tasse di chiaro stampo capitolino, e oggi, quando si presenta l’occasione propizia per in realtà affrancarsi e dare impulso economico a un comprensorio che non sta attraversando una floridità eccelsa, dal massimo organo istituzionale locale proviene un ‘niet’ che lascia interdetti? Gli scali di Ciampino e Fiumicino sono ormai vicinissimi al collasso e il decongestionamento naturale non può essere che la vicinanza fisica del Comani di Latina Scalo. Forse stiamo aspettando che anche qui, come per la Corte d’Appello, la direzione prenda un’altra strada? Lo sviluppo e l’ampliarsi del Comani genererebbe un accrescimento notevole dell’indotto economico di tutto il territorio. Certo, di fronte a un ampliarsi numerico del traffico aereo vanno intrapresi serissimi studi sull’impatto ambientale. È questo il piccolo prezzo da pagare, è chiaro. Come è chiaro che il rumore dovrà essere sufficientemente sopportabile, anche perchè altrimenti è inutile abbozzare ogni tipologia di progetto, perché è impensabile installare un aeroporto e non ‘generare’ rumori. Avete mai provato a friggere una frittata senza prima aver rotto le uova?
Mi viene automatico pensare alla forte ricaduta socioeconomica sul territorio. Il settore della ricettività, quello della ristorazione, dei trasporti, saranno i primi a beneficiarne con effetti mai altrimenti immaginabili. E continuiamo poi a discorrere di turismo? E come crediamo che possano venire i fantomatici futuri turisti sul nostro litorale quando nel corso del Terzo Millennio si viaggia ad alta velocità e il mezzo più economico è l’aereo?
Non vorrei che questa esternazione da parte dell’Amministrazione provinciale (che fa bene anche a perseguire la pista aeroportuale per valorizzare sempre più i prodotti ortofrutticoli del Mof) sia l’ennesima clamorosa occasione persa da parte di un territorio che continua a piangersi addosso ma che quando gli vengono offerte su un vassoio d’argento occasioni di crescita si rifugia timidamente in sé stesso, cullandosi in un isolamento che sfugge ormai a chi invece non si vuole arrendere a far rivivere questa provincia».
Mauro Cascio
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