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Latina. I silenzi e l'Auditorium. Giuseppe Pannone (Margherita): «Il Sindaco Zaccheo è diventato sordo. Ecco perché odia tanto la musica...»
«In genere, quando una persona tace è perché non ha nulla da dire o ha qualcosa da nascondere. In entrambi i casi, il mutismo della Giunta Comunale è un sintomo preoccupante». Scrive Giuseppe Pannone della Margherita:
«Sulla vicenda dell’utilizzo e destinazione dei capannoni dell’ex Consorzio Agrario l’Amministrazione Comunale ha approvato, “in sordina”, i primi di dicembre una delibera (la n° 782 del 6.12.2005) con la quale ha adottato uno studio di fattibilità sull’immobile di via Don Minzoni.
Più di qualcuno (consiglieri comunali, cittadini e comitato “casa della musica”) ha osato formulare alcune osservazioni: - esistenza di un ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale per la realizzazione di un auditorium; - incomprensibilità della necessità di fare un centro multifunzionale (commerciale) al centro; - mancanza di una visione d’insieme; - inconsistenza e incompetenza in riferimento al piano di fattibilità; - parere espresso dall’architetto Wilmotte e da altri illustri professionisti; - esistenza di altri progetti per un utilizzo razionale che risponda alle necessità di sviluppo del territorio pontino; - mancanza assoluta della possibilità di confronto.
Niente da fare, il Sindaco e la sua giunta, oltre ad essere muti sono diventati anche sordi. L’unica consolazione è che così si spiegherebbe perché odiano tanto la musica!
Vorrei, principalmente, evidenziare l’anomalia del comportamento della Giunta Comunale. Si tratta, infatti, di un argomento che non attiene semplicemente ad una ristrutturazione di un edificio, ma di un progetto che, nel rivalutare il patrimonio immobiliare “storico” della città, ha un rilievo culturale ed economico per tutto il territorio provinciale. Immaginare di creare un centro della musica, significa pensare ad una struttura che potrà consentire a Latina di essere punto di riferimento per tutto il centro sud Italia, vuol dire dare a migliaia di persone la possibilità di sviluppare il proprio talento, significa rispondere ad una esigenza dei Cittadini, vuol dire mettere in moto un meccanismo economico (finalmente) virtuoso e non virtuale. Non si tratta di riempire uno spazio, ma di colmare un vuoto!
In questi casi, ci si aspetta che una classe politica accorta e che vuole davvero costruire una prospettiva di crescita, abbia la sensibilità di cogliere un’occasione che significa capacità di progettazione per lo sviluppo. Al contrario, la Giunta Comunale (assente il Sindaco) con una delibera prenatalizia, decide di avviare una procedura di progetto di finanza, approvando uno studio di fattibilità deludente. La povertà di un’idea che aggiunge nel centro del Capoluogo un polo commerciale polifunzionale dal quale un privato deve ricavarne un profitto, evidenzia (nella migliore delle ipotesi) un’approssimazione allarmante della classe politica che amministra Latina.
Siamo ancora in tempo per cogliere questa occasione, a patto che l’Amministrazione Comunale, con un atto di umiltà e di intelligenza, rifletta veramente sul futuro della città, ascolti e esamini le diverse proposte in campo, si ponga degli obiettivi prestigiosi e concreti, si confronti con la Città portando nei luoghi deputati (esiste il Consiglio Comunale!) la discussione su un progetto che potrebbe dare respiro e lustro all’intero territorio, e non si limiti a servirsi di autorevoli esperti solo per darsi un “tono internazionale”, per poi partorire idee piccole e banali.
Qualcuno potrebbe dire che il silenzio è d’oro, ma ci si chiede perché o, meglio, per chi».
Mauro Cascio
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