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Aprilia. Mussolini, il fascio littorio e la liberazione. Carmen Porcelli su Il Territorio: «È già polemica per il 25 aprile». Schierata la destra nostalgica

La notizia sembrava essere passata in sordina, eppure qualcuno ne aveva parlato e scritto. È stato però un articolo apparso su l’Espresso, a gettare nello sgomento mezza città: il 25 aprile, giorno in cui l’Italia democratica e repubblicana festeggia la liberazione dall’occupazione nazi fascista ad Aprilia si commemora Benito Mussolini. In una messa solenne alla quale parteciperà la nipote Alessandra, consigliere provinciale a Latina. Una celebrazione inserita nel calendario delle iniziative per il 70esimo compleanno della città. Difficile da credere. Tanto che ieri mattina l’ultimo numero del settimanale politico ha registrato un boom di vendite in zona. Nessuno voleva credere ai suoi occhi. Sarà anche vero che il vento di Latina soffia su Aprilia come il ponentino a Roma e che l’aria del revisionismo tira sempre con più insistenza, ma dopo la proposta di intitolare una piazza a Giorgio Almirante - nell’attesa che ciò avvenga - sempre a nome del leader del Movimento sociale sarà intitolata una sede di Alleanza Nazionale. Fin qui, nulla di strano è una sezione politica ognuno la intitoli a chi più ritiene opportuno. Ospite d’eccezione sarà proprio la vedova, donna Assunta. Come corollario dei bei tempi che furono, il comitato dei festeggiamenti le ha pensate proprio tutte: nella stessa giornata, sempre quella in cui si festeggia la Liberazione, saranno proiettati alcuni filmati dell’istituto Luce in aula consiliare e la consegna di stampe con lo stemma della città di Aprilia con tanto di fascio littorio. Il comitato dei festeggiamenti , che si è costituito il 19 ottobre, e che è così composto: Bernardino Tofani, vicepresidente Pietro Nencini, Santarelli, Rocky Moles, Giacomo Stradaioli, Nicola Prezioso, ed altri imprenditori come Cristini, Padua e il generale Rinaldi e il sindaco Santangelo, avrà certamente dimenticato che in quel giorno in piazza ci saranno le manifestazioni dei partigiani. E forse tralasciato anche, che sempre quel giorno, e da anni viene deposta una corona sul monumento ai caduti. Tutti. Ma evidentemente non era sufficiente, bisognava stabilire una netta demarcazione tra storia e storia, tra morti e morti. Soprattutto adesso che il centrodestra, aiutato anche da una parte della sinistra, ha anche strumentalizzato il massacro delle Foibe. Ma Aprilia, con tutto questo che c’entra? Alla commemorazione del duce, dittatore italiano, sarà presente anche l’ex senatore del Movimento Sociale Ajmone Finestra, che anno fa addirittura voleva riportare alla città di Latina il nome originario di Littoria. Va bene non dimenticare le proprie origini, ma mentre Aprilia si era distinta rispetto al capoluogo per una certa lungimiranza nell’interpretazione della storia, ora tutto d’un tratto è prossima a cadere in un oscuro retaggio. A questa notizia non potevano mancare le reazioni di alcuni esponenti del centrosinistra. Domenico D’Alessio, capogruppo dello Sdi, fatica a farsene una ragione. “Ritengo che se questa manifestazione, di cui si legge, fosse un’iniziativa di un gruppo di nostalgici di Forza nuova o di un gruppo privato di cittadini, non sarebbe necessario entrare nel merito. Ognuno, del resto, è libero di esprimersi come vuole, nel rispetto della libertà altrui. Se invece fosse vero che questo inno alla nostalgia fa parte della manifestazione che festeggerà i 70 anni di Aprilia è grave. Se anche è una città di fondazione non ha niente da dividere con i tempi della dittatura fascista. La coincidenza poi che la data dei festeggiamenti della nascita di Aprilia corrisponda con la data della Liberazione dalla dittatura, rappresenta un ulteriore fatto sgradevole. Un’ offesa alle sensibilità che albergano ad aprilia. A tutti quei cittadini, partigiani in testa, che non si riconoscono in quella idea e che l’hanno combattuta. Penso di chiedere con una interrogazione consiliare al sindaco se realmente queste notizie corrispondono al vero e in base a quale ragionamento è stata concepita questa iniziativa. In due aggettivi: grave e di cattivo gusto”. “È una cosa oscena”, sono le parole del capogruppo di Rifondazione comunista Alessandra Venditti. “Si tratta di un revisionismo storico inaccettabile. Va bene biasimare la guerra, ma non si può confendere la lotta partigiana con il fascismo. È una cosa che offende la memoria storica e di quelle persone che hanno pagato con la vita per liberare questo Paese. Questa è la riprova di come questa maggioranza non abbia la minima idea di cosa sia la democrazia, il rispetto delle regole, la correttezza e la conoscenza della storia. La coscienza civica di Aprilia si deve indignare . Bisogna avere rispetto per la storia collettiva. Sull’onda di Latina Littoria stiamo diventando succubi di un retaggio fascista ancora forte in questa zona. Ma ad Aprilia è privo di fondamento storico . Aderire con questa faciloneria, scimmiottando Latina, quando Aprilia ha una sua storia operaia e contadina. Da parte mia esprimo il totale rifiuto. Per quanto ci riguarda staremo in piazza, testimonieremo la nostra storia, anzi la storia”. Non ci crede neanche Sinibaldo Basilico, ottant’anni di Roccagorga, che ha fatto il partigiano nella Divisione Italiana Partigiana Garibaldi. “Mi fa schifo - dice al telefono - per me rappresenta un’offesa. Con tutto l’onore ci tengo a dire che ho partecipato alla Resistenza nel Montenegro. Ricordo che non solo dovevamo pensare a salvarci la pelle dai tedeschi e dai fascisti, dovevamo pensare anche a racimolare qualcosa per nutrirci e a pensare ai nostri compagni di sventure, che portavamo sulle nostre spalle. Solo chi non è cosciente di se stesso, e di quello che c’è stato insegnato può pensare a commemorare Mussolini. Forse è colpa dei nostri governanti che non hanno saputo spiegare cos'è la Resistenza". “Sono contento di aver potuto rievocare quei momenti - dice Sinibaldo - anche se l’occasione non è certamente positiva. Vuol dire che qualcuno non si è dimenticato di noi”. Non ultime le parole del capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi. Il presidente della Repubblica, in una delle ultime manifestazioni per l’anniversario della liberazione invitò ad evitare “un improponibile revisionismo”. “La Resistenza - dichiarò ad un quotidiano nazionale - fu un moto di popolo, frutto di una reazione spontanea e largamente diffusa. Ebbe molte forme, non solo quella dei partigiani sulle montagne, ma resistenti furono anche i civili che li aiutarono, i militari che si schierarono con il Regno del Sud, i prigionieri di guerra che rifiutarono di andare a Salò. E in pieno spirito di riconciliazione”. “Non esiste una storia sacra, anzi, la storia è un’azione di ricostruzione lenta e paziente, va arricchita ogni giorno di nuovi approfondimenti, di nuove testimonianze, ciò non ha nulla a che vedere con un improponibile revisionismo. Per questo è importante celebrare il 25 aprile, anniversario della Liberazione». Ad Aprilia hanno studiato un modo tutto originale per festeggiare il 25 aprile, forse al sapore di un “improbabile revisionismo”. Un vero peccato. È stata persa un’altra occasione per dare un messaggio positivo. Eppure non è che ne arrivino molti.

Carmen Porcelli


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