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Latina. Big Talk. Emilio Ciarlo (Margherita): «Dobbiamo vincere le politiche». Le idee per lo sviluppo economico. No alla Marina. Sì all'Aeroporto

Davanti le Telecamere di ParvapoliS con Emilio Ciarlo, presidente provinciale di Latina della Margherita, indicato quale candidato alla Camera dei Deputati dalla direzione provinciale del partito, in occasione dell'assemblea comunale politico-programmatica tenutasi ieri presso l'aula magna dell'Istituto "Vittorio Veneto", cui hanno preso parte i massimi vertici pontini del movimento di centro sinistra, dal segretario comunale, Alessandro Aielli, a Silvestro Messina, capogruppo in Consiglio Comunale, a Loreto Bevilacqua, segretario provinciale. L'assemblea ha visto anche l'intervento di Delio Redi che, in un discorso appassionato, ha difeso strenuamente la necessità di un ritorno alla partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa della città, e soprattutto all'utilizzo del Piano Regolatore quale strumento per regolamentare la crescita urbanistica di Latina. «Anche sulla Marina - ha concluso Redi - c'era un piano regolatore molto preciso: mettervi mano ora non può non creare problemi». Assente dall'assemblea invece Claudio Moscardelli, bloccato in Regione dalle votazioni per il Bilancio. «Il tema più importante - esordisce Ciarlo - è far vincere il centro sinistra alle imminenti elezioni politiche del 9 e 10 aprile, per mandare a casa un governo che ha gradualmente ferito l'Italia, sia da un punto di vista sociale, sia dal punto di vista internazionale. Bisogna riportare la serenità agli italiani, migliorando le condizioni di lavoro, soprattutto dei giovani, e ridando spessore e dignità internazionale all'Italia che ha subito gravi danni dal centro destra in questo senso. Ma vi sono anche le emergenze dal punto di vista economico: il deficit è cresciuto, abbiamo più interessi da pagare sul debito pubblico, meno risorse con cui poter fare investimenti: è un disastro nei conti pubblici che si riflette nelle tasche degli italiani. A tutto questo il futuro governo, che auspichiamo di centro sinistra, metterà riparo. C'è riuscito l'altra volta, ci riuscirà anche questa volta, se avrà la fiducia degli italiani». I toni della campagna elettorale sono già molto caldi e i temi sono elevati: è entrata in gioco la stessa pacifica convivenza di diverse culture ed etnie nel nostro Paese. «I toni forti non sono da noi auspicati: mi pare sia stato il Presidente del Consiglio a portare la campagna elettorale su questi binari. Per quanto riguarda la convivenza, è irresponsabile ciò che certi ministri hanno fatto (veniamo dalle dimissioni di Calderoli). Ma, al di là di questo, erano questioni che già esistevano e non create dalla vicenda di Calderoli. Certo, non è un atto responsabile che un ministro vada in televisione a mostrare la maglietta con le immagini che - si sapeva - avevano creato tensioni. Il tutto per prendere un po' di voti: è un fatto negativo. Noi - come centro sinistra - cerchiamo il dialogo: è ovvio, però, con il rispetto delle nostre leggi e dei nostri valori, come la libertà di espressione. Vogliamo il dialogo, non con atteggiamento di razzismo, di conflitto, di confronto come quello che da Calderoli a Pera - purtroppo - viene portato avanti dalla destra». Veniamo a Latina: tra un anno ci saranno le elezioni comunali e la Margherita lancia già la sfida. Tra i temi di stretta attualità vi è anche il Concorso di idee per la Marina. Redi poco fa in aula ha ricordato come quella parte di territorio abbia bisogno di altri tipi di strumenti. Quale la vostra posizione su questa e sulle altre grandi opere annunciate? «Innanzitutto, si tratta di opere annunciate: alcune sono condivisibili e bisogna - su queste - avere un atteggiamento bipartisan e trovare punti di contatto. Penso ad esempio all'aeroporto, che è un obiettivo importante per la città, che lo stesso centro destra aveva detto di voler perseguire. Ora, siccome la Regione, e lo stesso Marrazzo, hanno detto di voler dare impulso al progetto, il centro destra si ferma: mi sembra un atteggiamento sbagliato. Riguardo alla metropolitana leggera: Latina ha un problema molto più vasto, generale dei trasporti. Su alcune soluzioni si può discutere, ma riteniamo che - come è successo per altre, ad esempio la cittadella giudiziaria - il Comune dice che vuole fare una cosa, poi ne realizza un'altra. Vediamo già nell'annuncio la fragilità finanziaria complessiva del progetto, anche se la metro leggera potrebbe essere utilissima. Relativamente alla cittadella giudiziaria, riteniamo che sarebbe più importante costruire qualcosa che porti a Latina la Corte d'Appello, anche per avere maggiore controllo e sicurezza del territorio. Zaccheo però non esce dagli annunci: ora c'è la Marina, poi c'è il Porto. Anche su quest'ultimo si potrebbe discutere, ma il Sindaco non fa discutere, non porta i progetti in Consiglio Comunale, li conosciamo dagli articoli sui giornali. È necessario il ritorno alle regole, non dico al Piano Regolatore, ma ad uno strumento di regolamentazione che sia partecipato e discusso. In cinque anni abbiamo avuto una crescita incontrollata di case private, di centri commerciali privi di licenza: queste non sono cose da città europea, vogliamo regole». È stata un'assemblea molto partecipata, in cui i cittadini hanno espresso le loro opinioni, in diversi casi anche critiche. In particolare vorrei ricordare l'intervento di una ragazza di 29 anni che ha detto: «Qui bisogna essere più chiari: non si può avere un programma di 286 pagine». Un'altra signora si è invece scagliata contro l'uso dell'inglese negli slogan, oggi "Big talk", ieri "I care". Correte forse il rischio di farvi capire poco dagli elettori? «Mi sono sentito come Nanni Moretti quando gli è stato detto "Con questa classe dirigente non si vince". Io credo che le critiche sono giuste: il programma è di 286 pagine perché vogliamo affrontare seriamente le questioni programmatiche ed avere un punto di riferimento chiaro che ci consenta di governare e di mettere insieme tutta la coalizione su alcuni punti su cui vi è già il consenso. È ovvio che non ci presenteremo con quel programma, sarebbe impossibile da spiegare. Il consiglio della ragazza, di avere solo cinque, sei punti da illustrare, sarà sicuramente seguito. Essere più chiari e più diretti è un consiglio giusto. È un po' un nostro difetto, quello di essere "snob", come ha detto la signora che parlava dell'uso dell'inglese. Ma vorrei ricordarle che "I care" era scritto sulla scuola di Don Milani e quindi parte dalla nostra tradizione. Mi rende comunque felice che l'assemblea sia stata partecipata: ascoltiamo tutte le critiche e ne facciamo tesoro. Abbiamo un anno (prima delle elezioni per il Comune) per formulare una proposta chiara, diretta e in italiano!».

Andrea Apruzzese

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