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Roma. «E femmene!» di Salemme al Piccolo Eliseo. Adele Pandolfi, Cetti Sommella, Antonella Cioli: «L'universo femminile scritto da un uomo»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Adele Pandolfi, Cetti Sommella, Antonella Cioli. La comicità di Vincenzo Salemme si coniuga con elementi paradossali e grotteschi, al limite del farsesco, con una vis dirompente che s’incanala nell’intimismo intriso di venata malinconia, nello spettacolo “ ‘E Femmene! “, suddiviso in due atti unici, ‘Fiori di Ictus’ e ‘Passacantando’, in rassegna fino al 5 marzo al Piccolo Eliseo di Roma. Il prolifico autore napoletano, attualmente impegnato al Sistina con ‘La gente vuole ridere…ancora!”, che vedremo in questa stagione al D’annunzio di Latina, s’imbatte nel psicologismo femminile che dimostra di trattare con grande maestria. Le donne nella società attuale, nel complesso rapporto col maschio, sviluppano strategie e denotano solidarietà di parte a seconda dei casi. Trattando il tema del classico triangolo moglie, marito ed amante, ne ‘Fiori di Ictus’, Salemme lo fa a modo suo, palesando una situazione al limite del grottesco ma che fa riflettere sui perversi meccanismi che sottendono le regole sociali, laddove regnano ipocrisia, interesse personale ed opportunismo, ai quali anche l’universo femminile si è adeguato. La forza apparente del maschio, che crede di poter dominare la situazione ambivalente di marito ed amante, è irrimediabilmente incrinata davanti ad un serio problema di paralisi dovuta ad ictus, che lo fa soccombere davanti alle due fameliche donne che credono di averlo in pugno sottoscrivendo addirittura un patto firmato, fino al colpo di scena finale, col quale Salemme ci fa fare i conti con una realtà complessa e dalle mille sfaccettature. Brave le due attrici impegnate nei rispettivi ruoli, Adele Pandolfi nei panni di Lunetta e Cetty Sommella in quelli di Maria, dando ritmo e sincronismo alle battute da copione,ben coadiuvate da Antonio Guerriero. In ‘Passacantando’, il blackout improvviso in un palazzo la sera di ferragosto mette in luce la solitudine di Emma, una signora che, col marito fuori casa, dà sfogo ai suoi ricordi in un appartamento in penombra, accompagnata dalle melodie di un pianista muto che abita di fronte al suo balcone. L’unica comunicazione avviene al telefono, con la zia che la mette in guardia sui pericoli del rimanere sola in casa col rischio dei ladri. Da una situazione iniziale esilarante si passa via via ad uno stato d’animo malinconico che getta luce sulla sensibilità di Emma, impersonata da una bravissima Antonella Cioli, attrice partenopea sanguigna che ben mostra le frustrazioni e i rimpianti intrisi di profonda tristezza per una vita costellata da diverse irrealizzazione e, soprattutto, per sempre intaccata dal dramma dell’ aborto.

Claudio Ruggiero

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