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Latina. Basket. Paolo Iannuccelli: «Tra tutti gli sport di squadra è forse quello dove ci si concentra sul valore e l'apporto del singolo»

Tra tutti gli sport di squadra il basket è forse quello dove più facilmente ci si concentra sul valore e sull'apporto del singolo: più del calcio, più del volley, del rugby, più di tutto. D'altronde le frazioni ci insegnano che 1/5 è maggiore di 1/6, 1/11, 1/15... Il coast to coast è pane quotidiano del basket, il giocatore che fa tutto da solo dalla difesa all'attacco. E' facile nel basket pensare che il valore di una squadra non si discosti molto dalla pura sommatoria delle singole parti. In fondo è il discorso alla base del Dream Team, nel momento in cui metto in campo i migliori singoli del mondo c'è veramente bisogno di studiare come farli giocare insieme? La Cuomo di Zanchi, senza Bonaiuti e Grasso, è davvero l'antitesi di un Dream Team, una squadra dove i confronti individuali con tutte le squadre incontrate sembravano perdenti se non addirittura improponibili. Ma la somma si è rivelata più alta di ogni previsione, una somma data non solo dalle cifre tecniche ma, come cantava De Gregori anche dal coraggio, dall'altruismo, dalla fantasia: non scorderò mai il puro terrore negli occhi dei toscani del Siena quando si sono trovati a giocare contro umiltà e intelligenza. Un basket praticamente totale, quello dei nerazzurri. L’attacco si chiama . Si cerca lo spazio necessario per offendere, l’intercambiabilità dei ruoli, la capacità di giocare dentro e fuori. Non mancano principi di passing game (gioco di passaggi) della vecchia mezza ruota, vengono sfruttati a seconda delle situazioni difensive i pick and roll ed il blocco cieco. La lettura della difesa è una cosa fondamentale. Andrea Zanchi ha studiato questo attacco alla Prinbceton University che disputavaio il campionato Ncaa con giocatori non certo eccezionali. In quella università i ragazzi entrano solo per merito di studio, non per le loro capacità sportive. Una sorta di di Pisa. Mason Rocca, italiano d’America, ha giocato con Zanchi ad Iesi e prima a Princeton, adesso è una stella della Carpisa Napoli. “Questo ragazzo mi ha messo in contatto con la sua università – racconta Zanchi -, ma non è stato facile conoscere i segreti di un gioco che tengono spesso nascosto, non vogliono svelarne i segreti. Rocca adesso è uno dei migliori giocatori Italia. Spero che i miei ragazzi della Cuomo, davvero encomiabili, seguano il suo esempio, sto facendo di tutto per motivarli e renderli partecipi alla coralità, non abbiamo punti fermi, ogni volta creiamo situazioni diverse. Ora dispongo di un team con due guardia un’ala piccola un’ala forte, un pivot, l’importante è riuscire a crescere grandi spazi, lo ripeto sempre”. Un gioco, quello di Zanchi, dove non c'è spazio per i miracoli ma dove il migliore alla distanza emerge. C’è solo "the love of the game" e il destino non si legge nè in una sfera di cristallo nè in un pallone da basket, è il lavoro che conta.

Paolo Iannuccelli


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