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Terracina. Criminalità. Eddis Mazzucco (Udeur): «Protocolli di Sicurezza, Presidi di Polizia Municipale ed Osservatorio: ecco la ricetta...»
“Sarà un concetto vecchio e superato, ma credo che sia sempre attuale, soprattutto in riferimento ai dati recenti di criminalità che hanno investito Terracina e il suo territorio: è la città che deve dare una risposta al concetto e al valore della sicurezza pubblica. In questo modo la garanzia della sicurezza pubblica, che è un compito proprio delle forze dell’ordine, si lega alla funzione di promuovere la sicurezza urbana affidata ai partner istituzionali che sono gli Enti locali”. Edis Mazzucco, già Sindaco di Terracina dal 1989 al 1992, e candidato nella lista dell’UDEUR alla prossima tornata elettorale amministrativa di fine maggio interviene con decisione sugli ultimi fatti di cronaca nera che hanno investito Terrracina. “Non è un concetto nuovo quello dei “Protocolli nella sicurezza” –continua Edis Mazzucco– che sono stati concepiti come una forma di collaborazione attiva ed efficace per la sicurezza nelle città tra Prefetto e Sindaco. Questo sta a significare una collaborazione fattiva e a tutto tondo tra le forze dell’ordine e istituzioni cittadine, che si muovono scambiandosi opinioni e informazioni sulla prevenzione, sulla repressione e sulle criticità, rispettando chiaramente i rispettivi ambiti di competenza”.
Il candidato a Sindaco Mazzucco si riferisce alla prima esperienza italiana in materia, quando Modena sperimentò nel 1998 con successo questo protocollo d’intesa tra Sindaco e Prefetto. “Ad oggi e con la realtà del vasto territorio di Terracina, credo che si debba intervenire tempestivamente su quattro linee d’azione -prosegue Mazzucco-: la collaborazione con le forze dell’ordine tramite il corpo di polizia municipale con funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza; il monitoraggio continuo sulla situazione della sicurezza in città con consoni supporti informativi; la realizzazione di iniziative e motivi per rendere più vivibile la città coinvolgendo la cittadinanza; infine, al di là dell’idea del vigile di quartiere, aprire dei Presidi di polizia municipale nei quartieri periferici (come Borgo Hermada, San Vito, La Fiora) e nelle zone più a rischio, rafforzando l’organico delle forze già a disposizione. Ma l’attività di contrasto –sia preventiva che repressiva- alla criminalità potrebbe portare anche ad un Osservatorio sulla sicurezza come è avvenuto di recente a Torino, mentre resta più affascinante e potenzialmente realizzabile l’idea di istituire dei comitati circoscrizionali come si sta già facendo a Rimini: si costituiscono questi comitati circoscrizionali, dove i rappresentanti della Prefettura, del Comune, delle forze dell’ordine, delle scuole, del volontariato affrontano insieme le problematiche che affliggono il contesto sociale. Quello che preme sottolineare è che queste forme di contrasto alla criminalità non prescindono dalla sinergia, fermo restando distinte competenza e professionalità”.
Carmen Porcelli
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