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Aprilia. Elezioni, candidature in tutto il territorio. Ilaria Bencivenni: «Sarà una campagna elettorale capillare. Per parlare direttamente»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS con Ilaria Bencivenni, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Aprilia e candidata per Alleanza Nazionale alla Camera dei Deputati nelle prossime elezioni politiche del 9 e 10 aprile. Come nasce la sua candidatura? «Nasce dai criteri stabiliti dal nostro presidente Fini, sia come rappresentanza territoriale, sia come rappresentanza di cariche istituzionali, che possono avere maggiori contatti con il territorio e - nel mio caso - anche come rappresentatività delle quote rosa che, benché non sia stato definito, è un principio comunque tenuto in considerazione dal nostro partito. Il presidente Fini ha voluto dare una risposta in questo senso, perché giustamente è venuto il momento di far sì che le donne possano entrare in maniera più preponderante ed in numero maggiore (perché siamo veramente poche, appena il 9-10% nelle istituzioni). Ho accettato con orgoglio e ringrazio chi ha deciso di darmi questa opportunità che è anche una grande responsabilità, quella di sentirsi investita della rappresentanza di un territorio così vasto, in cui va fatta una capillare campagna elettorale per parlare direttamente con i cittadini e per illustrare il nostro programma». A proposito proprio delle quote rosa: il problema della rappresentatività delle donne nella politica è forse reso ancora più attuale dalla nuova legge elettorale e dalle liste bloccate? «Io ho iniziato il mio percorso per incentivare la partecipazione femminile, per fare gruppo e lavorare insieme, non contro gli uomini, ma donne e uomini insieme. Io sono contro quel femminismo che contrapponeva la donna all'uomo come se fossero due entità distinte. E - in fase iniziale - ero anche contraria alle quote rosa, perché davano l'idea di una ghettizzazione che noi non vogliamo, perché non riteniamo assolutamente di dover essere difese da qualcosa o da qualcuno. Però va tenuto conto del retaggio culturale che abbiamo, della storia che ci porta a vivere le situazioni in un determinato modo e che ci porta oggi ad avere una rappresentanza femminile troppo bassa, soprattutto rispetto ad altri Paesi: la quota rosa può essere utile se serve ad incentivare la partecipazione femminile (ovviamente se utilizzata nel modo giusto e comunque basata sulla meritocrazia), agevolando anche l'entrata delle donne, perché è vero anche che le problematiche delle donne sono diverse, come nel mondo del lavoro. Quello che posso rilevare è che comunque Alleanza Nazionale ha mantenuto il criterio stabilito dal nostro presidente (a prescindere dal fatto che passi o meno la legge) del 30% di rappresentanza delle donne e, come abbiamo fatto notare più volte, probabilmente ci saranno più donne elette, perché con questo criterio si vede già quella che sarà la rappresentanza, sia in un caso che nell'altro».

Andrea Apruzzese

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