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Formia. L'arrobbafumu. Peppino Mazzotta, il Fazio di "Montalbano": «La televisione mi ha dato molto. Mi vengono a vedere più persone. Però...»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Peppino Mazzotta, qualche giorno fa a Formia
per il testo L'arrobbafumu di Francesco Suriano, appuntamento d’eccezione con la
stagione del Teatro Bertolt Brecht.
Una storia vera... «Lo spettacolo racconta di un fatto storico avvenuto a Palmi,
in Calabria, nell’agosto del 1925 sullo sfondo della dittatura fascista. L’ultima domenica
di agosto si festeggia a Palmi la festa della Madonna della Lettera e il momento
culminante dei festeggiamenti è rappresentata dalla processione della Varia, una
grossa costruzione piramidale trasportata a spalla da più di 100 devoti. Il personaggio
principale della nostra storia, L’arrubbafumu, che vive ai margini della microsocietà,
in una povertà così estrema da poter rubare unicamente il fumo, si trova coinvolta
suo malgrado in un grave fatto di cronaca, e dal suo racconto si snocciola tutto il
percorso narrativo». Questa storia è raccontata da una donna del popolo...
«Sì, la bambina più povera viene messa in cima a questa Varia, e lassù si ha una posizione
di privilegio rispetto alla storia, si sa chi ha sparato, chi non ha sparato,
cosa è successo». Ed è quasi un monologo, tu fai il carabiniere che legge gli atti...
«Sì, questo fu uno degli episodi pretesto per far concludere a Mussolini che c'era
un disegno sovversivo a livello nazionale». Tu reciti in calabrese ma avete successo
anche al nord... «Sì, il dialetto è comprensibile. Ma il nostro testo questo calabrese
se lo è un po' inventato. È pensato per essere compreso». Tu sei un personaggio
molto conosciuto, perché interpreti la parte di Fazio nella fiction tv dedicata
a Montalbano. Quanto devi al successo televisivo? «Sicuramente viene più gente
a vedermi, perché c'è curiosità. Ma i pubblici sono diversi. Questo è teatro d'impegno».
Claudio Ruggiero
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