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Latina. Corano a scuola. Il Gran Maestro Gustavo Raffi: «Gli insegnanti, gli educatori devono fornire conoscenza, non indottrinamento».
«La scuola deve fornire conoscenza e non indottrinamento. Non si può, pertanto, perseverare nell'errore di introdurre nei programmi scolastici pubblici l'insegnamento di un'altra religione, quella musulmana, officiata da docenti indicati dai chierici». Lo afferma Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani, commentando l'ipotesi di introdurre nelle scuole italiane l'ora di religione per gli studenti musulmani. «In questo modo - sottolinea Raffi, in una nota - le rivendicazioni di identità (cristiana, musulmana, ebraica ecc.) finiscono inesorabilmente per innescare processi che promuovono il principio della separazione e, di conseguenza, l'incomunicabilità, coltivando la solitudine e minando i percorsi di coesistenza tra studenti che vivono in comunità differenti per cultura, etnia e religione, in luogo di educare al rispetto e alla comprensione dell'alterità». «La scuola nella Repubblica italiana - aggiunge il Gran Maestro del Goi - deve costituire uno spazio laico, adogmatico, in cui l'incontro tra l'Uomo in fieri e la religione possa avvenire in libertà, per affermare il principio che si può essere diversi e, al contempo, uguali e che la diversità è fonte di ricchezza. Occorre percorrere altre vie, quali l'insegnamento della storia delle religioni che è funzionale al dialogo e, anziché separare, può unire le persone all'insegna delle diverse fedi, etnie e conoscenze, le più variegate che, venendo messe a disposizione di tutti, divengono patrimonio comune di un popolo».
Mauro Cascio
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