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Latina. Nuovo Pci, Angelo D'Arcangeli libero per la campagna elettorale. «Non può essere illegale propagandare idee e teorie comuniste»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS con Angelo D'Arcangeli, lo studente di Priverno arrestato in Francia il 19 luglio 2005 con l'accusa di terrorismo. Partiamo proprio da quel 19 luglio. Cosa è avvenuto? «Sono stato arrestato dalla Divisione Nazionale Antiterrorismo con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al terrorismo. Mi hanno accusato di terrorismo perché sono simpatizzante di un'organizzazione politica che si chiama "Nuovo Partito Comunista Italiano" e perché ho contribuito alla propaganda delle idee e dei documenti prodotti da questo partito politico. Sono stato accusato di terrorismo perché ho usufruito del diritto di propaganda e di scegliere un'opposizione politica». Per prima cosa chiariamo un punto: il Nuovo Partito Comunista Italiano è un partito legale? «Non esiste una legge che vieta l'esistenza del Nuovo Partito Comunista Italiano, per cui non è illegale, né è illegale essere un simpatizzante del Nuovo Pci, come non è illegale propagandarne le idee, le concezioni e gli scritti». Ma perché propagandarlo in Francia? «Mi trovavo in Francia perché studiavo lì ed abbiamo pensato di propagandare a livello internazionale le idee del Nuovo Pci per sviluppare i rapporti con le altre formazioni comuniste sul panorama internazionale in quanto riteniamo sia importante farlo». Quanto tempo hai trascorso in carcere? «Quattro mesi in isolamento quasi totale: le prime lettere mi sono arrivate dopo due mesi, tradotte e selezionate. Durante l'ora d'aria, veniva scritto tutto ciò che dicevo e con chi comunicavo, la mia cella era perquisita una volta alla settimana, anche con strumenti elettronici, ed ero sottoposto ad altre restrizioni riservate ai detenuti sorvegliati in maniera particolare». Quale motivazione ti sei dato per questo arresto? La magistratura, per indagare sul Nuovo Pci, o comunque per effettuare accertamenti, avrà avuto dei motivi. «Dagli anni Ottanta fino ad oggi sono state condotte otto inchieste in Italia per terrorismo contro il Nuovo Pci e sono tutte terminate in "non luogo a procedere". È anche intervenuta la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, facendo risarcire i membri del Nuovo Partito Comunista Italiano al termine di una di questo otto inchieste. Oggi ci troviamo di fronte ad una nuova inchiesta per terrorismo contro il Nuovo Pci ed ancora una volta i dossier sono vuoti. Ci consideriamo dei perseguitati politici». Qual è la tua situazione attuale? «Da novembre sono in libertà vigilata in Francia, da cui non posso uscire. Una volta alla settimana devo andare a firmare nel commissariato di Saint-Dénis, la città vicino Parigi in cui vivo, e non posso comunicare con gli altri due compagni del Nuovo Pci coinvolti nella stessa inchiesta, Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel, né con altre cinque persone, che non sono membri del Nuovo Pci e che non sono inserite in questa inchiesta, uno dei quali è un amico che abita a cento metri da casa mia». Hai saputo che in Italia molte persone si sono mobilitate per la tua vicenda? «L'ho saputo con gioia, quando i miei genitori sono venuti a trovarmi in carcere (lo hanno potuto fare dopo un mese che ero detenuto): mi hanno raccontato della mobilitazione che si stava sviluppando in particolare nella zona dei Monti Lepini e sono rimasto stupito per le proporzioni che stava assumendo questa mobilitazione: sono state raccolte cinquemila firme, è stato creato un Comitato, si sono svolte delle manifestazioni. Questa mobilitazione (in cui hanno giocato un ruolo importante anche i media) è stata la chiave che ha aperto la mia cella». Il giudice avrà sicuramente ordinato la tua scarcerazione soprattutto in base ad elementi giuridici oggettivi, non crediamo esclusivamente per pressioni dei media o per la mobilitazione. Ma veniamo a queste settimane: tu sei in Italia perché sei candidato alla carica di Sindaco di Roma. «Si, sono stato candidato a Sindaco di Roma nella lista comunista e sono stato candidato anche come consigliere comunale nella lista comunista di Roccasecca dei Volsci. Il giudice mi ha quindi dato quindici giorni di tempo per venire in Italia a svolgere la mia campagna elettorale. Utilizzeremo questa campagna per far conoscere il nostro progetto politico: altre liste comuniste saranno presentate a Milano, Napoli, Modena Lucca, oltre che a Roma e Roccasecca dei Volsci». Ma esiste ancora una attualità del pensiero e dell'ideologia comunista, dopo che questa è ormai morta anche nella stessa nazione in cui era nata, l'Unione Sovietica, dissoltasi anch'essa quindici anni fa? «Noi pensiamo che il comunismo è l'unica alternativa al marasma materiale e spirituale prodotto dal capitalismo. Sulla questione dei primi Paesi socialisti, noi abbiamo prodotto un bilancio di quell'esperienza e pensiamo che il degrado cui sono giunti i primi Paesi socialisti è prodotto dall'affermazione, in seno al movimento comunista, di una corrente, quella dei revisionisti moderni impersonificati in Italia da Togliatti e in Urss da Kruscev, che hanno abbandonato la lotta per il comunismo ed hanno restaurato il capitalismo nei Paesi socialisti».

Andrea Apruzzese

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