Parvapolis >> Economia
Latina. Le insidie al pubblico impiego. Soddisfatta la Cisl per il contratto Regioni-Autonomie locali. E oggi assemblea con Velio Alia
La FP CISL di Latina è arrivata all’ultimo degli appuntamenti previsti in questo mese! Oggi, infatti, presso la Sala Conferenze del Teatro Comunale, a partire dalle ore 9.30, si terrà l’ultima assemblea organizzata dal Segretario Regionale della FP CISL Luigi Casarin.
L’Assemblea è quella degli Enti Locali ed il Segretario Nazionale Velio Alia avrà il compito di illustrare il contratto nazionale del comparto Regioni – autonomie Locali - biennio economico 2004/2005, la cui preintesa è stata siglata in data 8 febbraio 2006.
La Presidenza dei lavori è del Segretario Generale della FP CISL di Latina Tommaso Musilli e partecipa ai lavori anche il Segretario Regionale Luigi Casarin.
Con il personale del Comune di Latina e degli altri Comuni ed Enti della Provincia, saranno discusse ed affrontate le criticità del contratto nazionale 2002-2005 e proprio da queste ultime nasceranno le proposte per il prossimo contratto nazionale del quadriennio 2006-2009, scaduto già da tre mesi.
All’assemblea parteciperà tutta la Dirigenza della FP CISL degli Enti Locali, i componenti delle Strutture aziendali e tutti i nostri delegati RSU dei vari Enti, per arricchire il proprio bagaglio culturale e le nostre proposte di contratto decentrato.
Tra tutti i contratti dei comparti del pubblico impiego questo è quello che ha avuto l’iter più travagliato, tant’è che in ordine cronologico è stato l’ultimo ad essere siglato e solo dopo aver riaperto lo stato di agitazione del personale tutto, perché non volevano essere concessi gli incrementi economici rivendicati.
Anche questo contratto si è chiuso con l’aumento medi di 102 euro con l’incremento economico del 5,01% sul tabellare economico e rispettando la decorrenza del 1 gennaio 2004.
Conclusa questa fase contrattuale lo sforzo della ClSL è ora finalizzato a definire una piattaforma vertenziale per il prossimo quadriennio, capace di concretizzare le attese dei lavoratori e di accompagnare i processi di riforma che stanno interessando gli enti locali.
La FP CISL denuncia da tempo l’incessante attacco al pubblico impiego perpetrato in questi ultimi anni attraverso interferenze legislative che limitano fortemente la contrattazione nazionale e decentrata, creando di fatto una controtendenza alla dichiarata autonomia degli enti locali e mortificando sul nascere la loro competitività .
Il processo di riforma istituzionale, che ha determinato il rafforzamento del ruolo delle Regioni e delle Autonomie Locali attraverso il decentramento istituzionale di funzioni ed una sempre maggiore autonomia finanziaria degli enti, non ha trovato negli ultimi contratti nazionali reale riscontro in quanto sono state fortemente limitate ed irrigidite le risorse destinate alla contrattazione integrativa.
A partire dalla riforma del rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti, si era avviato un percorso tendente da un lato a liberare la parte datoriale da legacci burocratici, configurando la sua azione come quella del datore di lavoro privato, dall’altro a valorizzare la contrattazione decentrata integrativa con nuovi modelli di relazioni sindacali e diverso ruolo delle OO.SS., con maggiore capacità di incidenza rispetto al passato.
L’inserimento del livello decentrato integrativo di contrattazione, già operativo nel privato, doveva qualificare proprio questo livello di contrattazione, dando ampia capacità di regolamentazione autonoma su tutte le materie di competenza di tale livello e dando facoltà di disporre di ulteriori risorse finanziarie, concettualmente limitate solo da reali vincoli dei bilanci degli enti.
L’autonomia degli enti, anche alla luce delle ultime riforme istituzionali e le flessibilità contrattuali dovevano canalizzarsi in uno sforzo comune per ammodernare la pubblica amministrazione e stimolare il lavoratore pubblico ad un maggior impegno e professionalità, al fine di ottimizzare e soddisfare le esigenze degli utenti e della collettività.
Il percorso di una revisione in tal senso della contrattazione nazionale, con maggiori risorse e spazi di intervento per la contrattazione decentrata, patrimonio culturale e politico della nostra organizzazione, è stato avviato con i contratti del quadriennio 1998 – 2001 e con quello relativo all’ordinamento professionale, sempre di quegli anni, che doveva dare risposte alla professionalità esistente negli enti locali, troppo spesso mortificata.
A livello decentrato, nella nostra Provincia, abbiamo fatto subito tesoro delle opportunità offerteci da quei contratti ed abbiamo avviato percorsi di riqualificazione di intere categorie di lavoratori attraverso corsi di formazione e selezioni interne, abbiamo dato ampio riconoscimento alla professionalità del personale, facendo applicare a tutti le selezioni per l’attribuzione delle progressioni economiche orizzontali di carriera, con incrementi fissi e pensionabili, avviando una fattiva politica del salario accessorio, diversificato per specificità lavorative ( tecnici, amministrativi, polizia urbana, personale dei servizi educativi) e teso a premiare la qualità e l’efficienza.
In molti enti, in quegli anni ( vedi ad esempio il Comune Capoluogo, La Provincia, L’APT, l’ex IACP, la CCIA, il Comune di Cisterna, di Gaeta, di San Felice, di Sabaudia, di Castelforte, di Ventotene, solo per citarne alcuni) il personale ha visto finalmente valorizzata la propria abnegazione ed il proprio lavoro, sia in termini di riconoscimento di professionalità che in termini di riconoscimento economico .
La forte presenza e la propositività della FP CISL pontina nel quadriennio 1998-2001 è stata fondamentale perché in ogni ente, piccolo o grande, si è riusciti a modulare le proposte sulla base delle risorse dei bilanci, a coinvolgere gli apparati politici sull’opportunità di effettuare una vera politica premiante del personale e quindi a finalizzare ingenti risorse a questo obiettivo.
E sappiamo che anche in molte altre realtà di varie Regioni d’Italia è andata così!
Questo momento positivo ci ha lasciato ben sperare per un riallineamento economico con gli altri comparti del Pubblico Impiego come ad esempio Stato, Parastato, che hanno retribuzioni molto più alte, in virtù di diversi istituti contrattuali.
Speranza che è morta sul nascere proprio con il contratto 2002- 2005, che invertendo bruscamente la rotta, ha posto delle fortissime limitazioni alla contrattazione decentrata di ente e alla costituzione dei fondi ad essa destinati, riportando il tutto a disposizioni e decisioni centralistiche, con forti e negative incidenze sul livello decentrato.
L’irrigidimento della costituzione del fondo delle risorse decentrate, la limitazione delle risorse nazionali messe a disposizione del fondo stesso, la destinazione predeterminata già a livello nazionale delle predette risorse e l’inserimento di nuovi divieti di utilizzo di queste, oltre all’abolizione dell’unico articolo che permetteva una contrattazione decentrata delle risorse in base a parametri economici dei vari enti, hanno svilito la contrattazione decentrata relegandola ad un ruolo marginale.
Inoltre le continue incursioni legislative (vedi legge sulla Vicedirigenza e quella sulla Polizia Municipale), le forti limitazioni delle Leggi Finanziarie, l’impossibilità di integrare numericamente le dotazioni organiche per i continui divieti sulle assunzioni, tanto da non consentire neanche il turn–over di chi va in quiescenza, l’abbattimento generalizzato dell’1% delle spese per il personale, la dicono lunga su quanto il Governo voglia un pubblico impiego al passo con i tempi e che sappia inserirsi adeguatamente nel processo di competitività del sistema Paese.
La Legge Finanziaria del 2001 ad esempio è intervenuta in modo radicale sugli Enti Locali con provvedimenti di natura regolamentare e finanziaria, che ne ridisegnano i compiti e le attribuzioni, modificando decisamente l’attuale impianto istituzionale, nonché i relativi poteri decisionali, fino a cancellare la separazione tra il potere di indirizzo e quello di gestione per i Comuni sotto i 5000 abitanti; le leggi finanziarie degli anni seguenti hanno continuato questo filone di vincoli e tagli della spesa per il personale.
D’altronde, le OO.SS. si vedono costrette a sottoscrivere i contratti sempre a scadenza avvenuta, e solo dopo una serie innumerevole di scioperi.
Ma la CISL va avanti nella difesa della valorizzazione del personale del pubblico impiego ! E pian, piano, inserendo tra le mille difficoltà dei contratti nazionali piccole strategie che consentono di proseguire la nostra politica rivendicativa a livello decentrato, continuiamo a dare risposte ai dipendenti in termini di riconoscimento delle professionalità ed in termini di incentivi economici.
Andrea Apruzzese
|