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Latina. Doolin Street. "Dio ti ama" nel centro della città. E Maria Corsetti va in tilt: «Ma il Dio di chi? Così è troppo generico»
Caro Mauro, è proprio vero: viviamo nell’epoca della comunicazione. Tutti si adeguano, chi non lo fa è destinato a non esistere per gli altri. “Dio ti ama”, scritto così, su una gru al centro città. L’occhio ci va a finire. C’è da chiedersi a chi è venuta un’idea del genere. Allo stesso imprenditore proprietario della gru? O qualcuno ha pagato per poter utilizzare lo spazio? E a che Dio ci si riferisce? Perché se uno ha paga vuole che il Dio sponsorizzato sia quello giusto. Che andiamo a fare le cose per gli altri? Il concetto è un po’ troppo universale. E che significa quel “ti ama”? Quel pensiero così incondizionato, senza un precetto o una richiesta. E con quale fine è stato divulgato? Pensiero positivo del mattino? “Dio ti ama” è un concetto troppo vago, quell’amare senza chiedere è sospetto. Si può capire un messaggio gratuito? Ma sarà poi gratuito o sotto c’è qualcosa? Perché se uno va a scrivere su una gru, un motivo deve pur avercelo. Mica io mi sveglio la mattina e scrivo sulla finestra di casa mia “Dio ti ama”. Se proprio andiamo a vedere non c’è scritto neanche nei luoghi di culto. Al massimo ti becchi un “Dio veglia su di te” che, oltre a significare protezione, sottende anche ad una forma di controllo. Come i genitori che regalano i telefonini ai figli, così li seguono passo passo in quello che fanno e dove sono. Cerchiamo di avere il coraggio di ammetterlo: “Dio ti ama” è inconcepibile per noi.
Maria Corsetti
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