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Latina. Elezioni, c'è anche Pier Ferdinando Casini. «Questa sinistra ha in sé la cultura del no. No alle grandi opere, alla Tav, no allo sviluppo...»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Pier Ferdinando Casini, ieri a Latina nella giornata
dei grandi big.
Questa è una sinistra che dice no a tutto, no alla Tav, no alle infrastrutture,
no alle grandi opere, no allo sviluppo, no alle forme di energia alternativa, no alle riforme.
C'è proprio una cultura del no».
Ma è una sinistra oltretutto
che cambia facilmente idea. Proprio in un faccia a faccia televisivo con me
Romano Prodi parlava di tassa di successione. Ed intendeva patrimoni di 250mila
euro. Oggi leggo e vedo che ha cambiato di nuovo idea. Mi sembra siano un po'
in affanno». Questa provincia ha bisogno di un rilancio dell'economia, soprattutto
oggi che non c'è più la cassa del mezzogiorno... «Certo, c'è bisogno di maggiore
competitività. Ma lo sviluppo più forte può essere dato da un governo centrale
forte ed interessato». Lei personalmente si aspetta molto da questa provincia?
«L'Udc a Latina aspira a diventare il primo partito, io spero che il senatore Forte
ci riesca». Se vince Casini che fa, diventa presidente del consiglio?
«Se lei vince cosa diventa? Sì, certo».
Marianna Parlapiano
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