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Latina. PRG, avanti veloce. Massimo Pompili: «Finiranno i tempi biblici. Per dotarsi di uno strumento urbanistico anche solo pochi mesi...»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS con Massimo Pompili, Assessore all'Urbanistica della Regione Lazio, a Latina per incontrare cittadini, ordini professionali, giornalisti, associazioni imprenditoriali, sindacali e di categoria, sul tema "Infrastrutture, logistica, mobilità, governo del territorio: l'azione della Regione Lazio, le proposte dell'Unione".
Cosa cambierà con la Legge regionale che velocizzerà l'approvazione dei Piano Regolatori?
«Per approvare uno strumento urbanistico non ci vorranno più sette anni (che rappresentano la media attuale), ma solo sette mesi. Credo che questo corrisponda ad una riforma importante, che raccoglie la domanda delle comunità e degli amministratori della nostra regione. Partendo dal presupposto che l'urbanistica non è una disciplina arida, ma ha riflessi importanti sotto l'aspetto culturale, economico, sociale delle comunità, non è più possibile che - per poter fruire di un sistema ambientale, di un servizio sociale o di un'opera pubblica - si debbano aspettare sette anni. In sette anni, di acqua sotto i ponti, ne passa tanta, le esigenze della società, soprattutto in un'epoca globalizzata come questa, cambiano velocemente. Questa nuova legge si pone il tema di cogliere l'esigenza sul territorio e di trasformarla rapidamente in una possibilità per i cittadini».
Lei ha fornito dei dati relativi ai Comuni che - nella Regione Lazio - ancora non si sono dotati di un Piano Regolatore. Qual è la situazione?
«Sono novanta Comuni - circa il 24% dei 378 della Regione - e di questi 42 non hanno addirittura mai adottato il proprio Piano Regolatore e ce ne sono alcuni che non hanno nemmeno il Piano di Fabbricazione. E circa il 40% dei 378 Comuni del Lazio ha un Piano Regolatore che ha un'età superiore ai vent'anni; quello di Latina è per esempio del 1970. Credo che questa legge, introducendo procedure di snellimento, velocizzazione e decentramento dei poteri, possa rappresentare una buona occasione per una modernizzazione della pianificazione nella nostra regione».
Altro tema caldo è l'edilizia popolare, ovvero la necessità di andare incontro a quelle fasce della popolazione che non hanno la possibilità di pagare un affitto normale o di comprare una casa. Quali i progetti sul campo ed i finanziamenti già in atto e, soprattutto, quale è la situazione nei Comuni che ancora non hanno messo a disposizione le aree edificabili per l'edilizia agevolata?
«In questa manovra finanziaria abbiamo stanziato cento milioni per le ristrutturazioni e cento per le nuove costruzioni. Sono duecento milioni da utilizzare per tutti gli Ater del Lazio. Per la distribuzione di questi fondi ci dovranno essere dei criteri obiettivi, che non si basino solo sulla ripartizione demografica, ma sull'individuazione dei punti critici veri, sia per quanto riguarda le ristrutturazioni, sia per quanto riguarda l'esigenza casa da parte delle fasce meno abbienti. Avvieremo subito un rapporto con le province per monitorare, per fare una ricognizione attenta e decidere poi la definizione dei criteri per la ripartizione dei fondi. Abbiamo anche assicurato nella Finanziaria un fondo di garanzia di 32 milioni per quelle fasce che da una parte non hanno i requisiti per accedere all'edilizia convenzionata e dall'altra non hanno ancora le condizioni economiche per acquistare l'appartamento. È quindi un fondo di garanzia e di sostegno, sia per quanto riguarda l'affitto, sia per quanto riguarda la possibilità dell'acquisto di una nuova casa».
Andrea Apruzzese
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