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Sezze. La Compagnia dei Lepini e l'Antropologia del Carciofo. Giancarlo Siddera: «Stiamo cercando altri mercati, oltre a quelli locali»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS con Giancarlo Siddera, presidente della Compagnia dei Lepini. Perché l'idea di un convegno sul carciofo di Sezze e sulla cultura della sua coltura, in occasione della 37esima Sagra del Carciofo?
«La Sagra ha un suo significato, che è quello della valorizzazione di prodotti che possono essere collocati in un mercato più ampio di quello locale. Stiamo anche vedendo che il tema della stagionalità dei prodotti è un po' cessato, non solo per il carciofo: abbiamo prodotti tutto l'anno, di tutti i tipi. La tipicità del carciofo è legata ad uno spazio ed un tempo: i carciofi di Sezze vengono in questo periodo, in primavera. Quelli che si vedono in altri periodi dell'anno, non sono carciofi di Sezze. Noi abbiamo inteso fare una riflessione, anche per i produttori, perché abbiamo constatato che ci sono tanti segnali di cedimento nella produzione. Vogliamo che si percepisca il senso di una grande vittoria: vincere significa poter riseminare tanti ettari in più, che faranno anche reddito. Il marchio Igp, che è una conquista già di qualche anno fa, è una carta che i produttori possono giocare, perché il prodotto ha caratteristiche tipiche e i consumatori fanno qualche sforzo in più (anche se sappiamo che il periodo non è dei migliori), quando il prodotto è certificato ed appetibile».
Quali le concrete possibilità di integrare questa cultura eno-gastronomica con uno sviluppo turistico dei Lepini?
«Stiamo ragionando in termini di sistema e di rete, seguendo un percorso di itinerari di valorizzazione e di momenti eno-gastronomici; ad esempio, abbiamo affiancato i comuni dell'area romana come Segni, Montelanico, Carpineto, per il castagno, una grande risorsa che ha elementi seri di tipicità; siamo accanto al comune di Sonnino per la tutela dell'olio. Noi abbiamo l'idea di un territorio che - globalmente inteso - ha tanti prodotti da valorizzare, e che, facendoli vivere insieme in un percorso complesso ma visibile, vince meglio».
Andrea Apruzzese
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