Venerdì 02/05/2025 
Parvapolis
categorie
Home page
Appuntamenti
Cronaca
Cultura
Economia
Politica
Sport


Parvapolis >> Cultura

Pisa. Religioni e Fedi. Successo per la conferenza in occasione della presentazione dell'Antologia «Luz». Con Mauro Cascio e Vittorio Vanni

Mauro Cascio relatore su Immanuel Kant, in un incontro dedicato al tema "Religione e fedi" nello storico Caffé dell'Ussaro di Pisa, vivace centro di produzione e fruizione culturali da 250 anni. «Non vi è che una (vera) religione; ma si possono avere diverse specie di fede . Si può aggiungere che nella pluralità delle chiese, che si distinguono le une dalle altre a causa della diversità delle loro forme di fede, si può tuttavia trovare l’unica e medesima religione vera. È dunque più corretto (come è pure in realtà l’uso più diffuso) dire che un uomo è di tale o talaltra fede (giudaica, maomettana, cristiana, cattolica, luterana) anzi che il dire che è egli è di questa o di quella religione. Ora se una chiesa, come di solito accade, presenta se stessa come la sola universale (sebbene sia fondata su una fede rivelata particolare che, in quanto è di natura storica, non si può mai esigere da tutti), in tal caso colui il quale non riconosce la sua fede ecclesiastica (particolare) è da esso detto infedele e odiato con tutto il cuore; colui poi che se ne allontana in parte (sopra un punto non essenziale) è, per essa, un eterodosso, da evitarsi perlomeno come contagioso. Se egli infine si riconosce membro di questa chiesa, ma, ciò nonostante, differisce in un punto essenziale (che cioè vien dato per tale) della fede che vi si professa, specialmente se egli propaga la sua eterodossia è chiamato eretico [Ketzer]; è considerato come sedizioso, punibile ancor più di un nemico esterno, ed è cacciato dalla chiesa con una scomunica (simile a quella che profferivano i Romani contro colui che passava il Rubicone senza il consenso del Senato) ed è consacrato a tutti gli dèi infernali. La pretesa ed unica attendibilità dei dottori o dei capi di una chiesa sul punto della fede ecclesiastica si chiama ortodossia, che si può anche distinguere in dispotica (brutale) e liberale». Con Mauro Cascio c'era il saggista e studioso Vittorio Vanni che ha insistito sull'importanza di non lasciarsi schiacciare da uno schematismo che nei suoi esiti dogmatici ha sempre esiti negativi sulla libertà di pensiero e di coscienza. Vanni ha cioè ritenuto che in molti casi un'esperienza passiva del sacro è addirittura negativa, sia per l'adesione a principi formali esterni, Cascio ha ricordato che Kant li chiamava statutari, sia perché si rischia di avere un Dio a proprio uso e consumo, di antropologizzare il sacro, di avere, a causa della ragione, un'idea del sacro pregna e condizionata dalla ragione stessa. Per sfuggire da questo circolo vizioso c'è l'iniziazione, tema che però esula dai contenuti della serata. Mauro Cascio e Vittorio Vanni hanno anche fatto riferimento, di sfuggita, al saggio di René de Cleré "Necessità matematica dell'esistenza di Dio" che gli organizzatori hanno voluto come sottotitolo della serata. Ha introdotto e coordinato Sergio Piane, responsabile dell'Associazione Vivarium che con l'Accademia di Studi sull'Accademia e la Scienza Collegium fraternitatis eques peregrinus presieduta da Maurizio Camerata ha organizzato quest'incontro che rientra in un ciclo di serate itineranti che l'Accademia sta organizzando in lungo e in largo per la penisola dal tema unificante "Tradizione, tradizionalismi, la funzione dell'uomo". Iniziative di altissimo profilo, con la partecipazione di saggisti e docenti universitari, si sono già svolte a Catania e a Roma. La serata è stata anche l'occasione per presentare i nuovi numeri dell'Antologia di Studi Tradizionali «Luz», diretta da Mauro Cascio e Maurizio Camerata, edita dall'Accademia e dedicati quest'anno alle vie dell'immediatezza, con il numero 5 e alle vie della mediazione, con il numero 6.

Rita Bittarelli


PocketPC visualization by Panservice