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Latina. La sagra del signore della nave. Vincenzo Pirrotta: «I cattolici hanno montato una polemica inutile. C'è una perdita di spiritualità»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Vincenzo Pirrotta, a Latina con lo spettacolo «La sagra del signore della nave», un testo poco noto di Luigi Pirandello. Come ti è venuta l'idea di allestire un'opera del genere? «L'idea e il sogno ce l'avevo da parecchio tempo. Poi ho avuto la proposta dal Teatro di Roma e allora è andata. C'è un sforzo produttivo notevole, sono 64 personaggi, attori, musicisti. Questo testo parla di questa umanità che sta perdendo la sua umanità e si avvia verso quella che Vincenzo Consolo ha chiamato "maializzazione"; in un momento storico come questo mi è sembrata una bella denuncia». L'accostamento della figura del Cristo con la figura del maiale ha provocato le solite reazioni nella numerosa comunità cattolica italiana... «No, il testo sottolinea la perdita della spiritualità. La denuncia va nel segno opposto». Vieni qui dopo aver avuto successo altrove, tutto esaurito a Roma; domanda scontata: te lo aspettavi? «Sono molto contento di quanto abbiamo fatto. C'era l'attesa per un Pirandello mai rappresentato, un Pirandello quasi inedito. Poi c'era il tema forte del cristo-maiale che ha destato molta curiosità». Napoli è molto forte a teatro, ora c'è la Sicilia che ambisce al primato. Non solo il pantheon degli autori classici, tra cui appunto Pirandello, ma anche i giovani: pensiamo a te, ad Emma Dante... «Il teatro è visceralità, andare a scrostare le nostre anime. Il teatro è carnalità, passione. E questo i siciliani atavicamente ce l'hanno. Facciamo un teatro che è corpo, carne, arcaicità». A Siracusa hai recitato al teatro greco... che emozioni? «Un'emozione nuova. Lo riprenderemo quel testo, era "Il ciclope" nella lettura di Pirandello. Era l'alba del teatro». Prossimi tuoi impegni? «Mi appresto a rappresentare l'opera di un poeta siciliano, Franco Scaldati, "Rosolino venticinque figli". Ed un mio nuovo testo di cui, per scaramanzia, non diciamo».

Claudio Ruggiero

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