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Latina. Elezioni. Claudio Moscardelli: «Il Centrodestra chiede di ricontrollare i voti non validi? Nessun problema, è un loro diritto»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS con Claudio Moscardelli, consigliere della Regione Lazio e leader provinciale di Latina della Margherita. Dopo ore di testa a testa tra centro sinistra e centro destra, le urne hanno consegnato la vittoria nelle elezioni politiche all'Unione, anche se di stretta misura: appena 25.000 voti in più alla Camera dei Deputati (49,80% contro 49,73%) e, al Senato della Repubblica, una vittoria grazie ai seggi ripartiti dallo scrutinio della circoscrizione Estero (158 per il centro sinistra contro 156 per il centro destra il computo totale). È un'Italia divisa in due: come valuta questo dato?
«Sicuramente è stata una vittoria per un'incollatura, ma è sempre una vittoria, quindi il prossimo presidente del Consiglio sarà Romano Prodi e Silvio Berlusconi guiderà l'opposizione. Ci auspichiamo un rinnovamento anche nell'opposizione, perché veramente questo Paese ha bisogno di uscire da questa anomalia ed avere un centro destra europeo, guidato da leader che abbiano rispetto e senso delle istituzioni, e non questa sorta di demagogo che ricorda regimi sudamericani degli anni Cinquanta più che un leader di un moderno Paese occidentale. Detto questo, la soddisfazione della vittoria è unita al rammarico per il fatto che sia riuscita a fare breccia negli italiani la campagna di disinformazione e di paura che Berlusconi ha posto in atto (evidentemente con risultati soddisfacenti), soprattutto tra gli indecisi e nell'ultima settimana prima del voto, ovvero l'idea che il centro sinistra avrebbe posto in essere un regime di tassazione pesante (e questo, detto da lui, che non ha mai abbassato le tasse, anzi ha tagliato i trasferimenti ai Comuni). Voglio ricordare che nei cinque anni di governo del centro sinistra, nonostante il debito pubblico pesantissimo e la capacità del centro sinistra di portare l'Italia entro i parametri europei, negli ultimi due anni (1999-2000), si è abbassato la pressione fiscale. Berlusconi non ha mai abbassato la pressione fiscale, mentre ha tagliato i finanziamenti ai Comuni, che sono stati costretti ad aumentare le imposte comunali, quindi anche la boutade del taglio dell'Ici non era credibile. In qualche modo c'è stato però un difetto di comunicazione: è un'autocritica per il centro sinistra, che non ha saputo spiegare che nessun tipo di tassazione ci sarebbe stato per le fasce deboli e per i ceti medi: avevamo solo posto un problema di riequilibrio per le fasce altissime della tassazione, che sono state beneficiate dai cinque anni di governo di Berlusconi. Detto questo, l'Italia volta pagina e ci sarà un governo di centro sinistra; il rammarico è che questa capacità di Berlusconi di fuorviare gli italiani ha modificato alcuni rapporti di forza che si stavano stabilizzando in favore del centro sinistra, per cui anche in provincia di Latina, l'aumento complessivo del centro sinistra rispetto alle Regionali di un anno fa (di due punti e mezzo alla Camera e di un punto e mezzo al Senato), ci lascia insoddisfatti, perché avevamo lavorato bene e potevamo contare su un aumento più significativo. Comunque, l'Italia volta pagina e di questo siamo contenti».
I portavoce di Berlusconi e Fini (Bonaiuti e Sottile) l'altra notte hanno parlato di una possibile richiesta di revisione delle circa 500mila schede nulle, proprio perché la vittoria del centro sinistra si è giocata su poche decine di migliaia di voti.
«È nel loro diritto: percorrono le vie previste dal nostro ordinamento per fare tutti i controlli previsti per legge. Non c'è problema».
Come valuta il risultato in provincia di Latina, anche analizzando il fatto che il centro sinistra porta un eletto pontino in Parlamento, Maria Teresa Amici?
«Un risultato che ci aspettavamo più significativo: siamo passati dal 35,1% delle Regionali al 37,7% alla Camera. Se non ci fosse stato in quest'ultima settimana questo sconvolgimento dovuto alla capacità di Berlusconi di mettere paura agli italiani sulle tasse, avremmo avuto un trend positivo più significativo. Ma questo è comunque un ulteriore passo avanti che il centro sinistra fa. Il centro destra tuttavia, questo gli va riconosciuto, si riconferma con una forza importante. È vero che Forza Italia, sul Comune di Latina, cala vistosamente, ma complessivamente c'è una tenuta del centro destra con un risultato importante. Si tratta quindi di agire più in profondità e con maggiore forza rispetto al passato: abbiamo forse privilegiato nella provincia di Latina un atteggiamento del centro sinistra molto propositivo, molto sereno, molto moderato. Evidentemente c'è una preoccupazione di larghe fasce della popolazione rispetto al cambiamento che esigono da parte del centro sinistra un mutamento di strategia: meno moderazione, più forza nell'attacco al centro destra che - in questi ultimi quindici anni di governo della provincia di Latina - ha riportato risultati magri. Per i prossimi appuntamenti elettorali, a partire dalle comunali del prossimo anno, il centro sinistra dovrà essere ancora più incisivo, con iniziative più forti rispetto al centro destra, per poter cambiare gli equilibri politici in provincia di Latina».
Tra i primissimi impegni del nuovo Parlamento ci sarà l'elezione del Presidente della Repubblica. Ritiene che con l'opposizione di centro destra sarà possibile un accordo "trasversale" per avere il nuovo Presidente già ai primi scrutini?
«Le elezioni del Presidente della Repubblica esigono che la maggioranza esperisca tutti i tentativi per poter eleggere - fin nelle prime tre votazioni - il Presidente della Repubblica - quindi anche tramite un accordo con l'opposizione. Poi, come prevede la Costituzione, se non c'è questa possibilità di intesa, si procede con la maggioranza assoluta dei voti. Peraltro, questo delle istituzioni è un aspetto molto importante, perché tra poco saremo chiamati al voto per il referendum sulla conferma o meno della riforma costituzionale voluta dal centro destra. Riforma su cui il centro destra non ha cercato minimamente il dialogo con l'opposizione; una riforma che spacca l'unità d'Italia attraverso la devolution voluta e imposta dalla Lega, e accettata supinamente sia da An che dall'Udc (Forza Italia la dò per scontata, perché per Berlusconi le istituzioni sono merce di scambio, non si pone un problema generale, però da An e Udc mi sarei aspettato una risposta più forte). C'è poi l'altro problema di concentrazione di poteri nelle mani del premier che non ha eguali in tutto il mondo occidentale: neppure il presidente degli Usa disporrebbe dei poteri che la riforma voluta da Berlusconi metterebbe nelle mani del premier. Lui l'aveva pensata per se stesso, non sarà per lui, ma non sarà certo un problema del centro sinistra approfittare di una riforma che giudichiamo negativa. È una riforma sbagliata e voteremo contro la sua conferma».
Andrea Apruzzese
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