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Latina. Elezioni. Riccardo Pedrizzi: «È stato sconfitto l'antiberlusconismo. Ma credo che la partita ancora non sia chiusa»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS con il sen. Riccardo Pedrizzi, commissario straordinario della Federazione Provinciale di Latina di Alleanza Nazionale, confermato al Parlamento nelle ultime elezioni politiche del 9 e 10 aprile. Pedrizzi, senatore della Repubblica Italiana da tre legislature (è stato infatti eletto nel Collegio di Latina-Sezze nel 1994, nel 1996 e nel 2001) è ora entrato nell'aula della Camera dei Deputati. Senatore, sembra quasi la fotografia di un'Italia spaccata in due: il centro sinistra ha prevalso alla Camera dei Deputati per poco meno di 25mila voti e al Senato per due seggi (158 a 156) grazie alle preferenze ottenute anche nella circoscrizione Estero. Quale la sua prima analisi? «La prima analisi, immediata, è che il "referendum" contro Berlusconi non è stato vinto dalla sinistra, anzi è stato vinto dal Presidente del Consiglio che ha visto la metà del Paese votare in favore suo e della coalizione da lui guidata. Ci sono 25mila voti di scarto (un decimale di punto), con un milione di voti annullati e 40mila contestati. Noi ci inchiniamo al verdetto degli elettori: fosse anche per un solo voto, la sinistra dovrà assumersi l'onere di governare, ma è un fatto che quel "referendum" lanciato dalla sinistra contro la Casa delle Libertà e contro il Cavaliere è fallito. Certo, ora la governabilità è difficile: al Senato sono solo due i voti di distacco, il che significa - ad esempio - che tra i senatori non potranno essere nominati membri del Governo, in quanto se ogni volta partisse da quell'aula la solita pattuglia di quindici tra ministri e sottosegretari, la sinistra andrebbe costantemente sotto e non potrebbe governare. Oltretutto sono molti i problemi di grande rilevanza da affrontare subito, come l'elezione del Presidente della Repubblica; durante l'estate, il varo del Dpef (Documento di Programmazione Economica e Finanziaria) e - come al solito tra settembre e ottobre - l'analisi del bilancio. Lì si dovrà fare i conti con maggioranze consistenti e coese e non mi sembra che - dalle prime dichiarazioni - il centro sinistra stia dando questa dimostrazione di coesione. Una sola soddisfazione: i temi sui quali noi - in particolare il sottoscritto - abbiamo impostato la campagna elettorale, come la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale e la garanzia della famiglia naturale basata sul matrimonio, non potranno essere assolutamente toccati dal centro sinistra, in quanto, avendo nel loro schieramento parlamentari di ispirazione cattolica all'interno della Margherita, non potranno permettersi di presentarsi con provvedimenti di legge "alla Zapatero" perché sarebbero immediatamente messi in minoranza dal centro destra e da una buona parte del centro sinistra». Ritiene che la Casa delle Libertà effettuerà il controllo e la verifica delle schede annullate e contestate, come annunciato da Berlusconi? «Questo è un controllo che si farà con grande serenità, poi... vinca il migliore. Attualmente, secondo la normativa che disciplina le operazioni elettorali, ha vinto il centro sinistra, lo riconosciamo, e staremo a vedere quali saranno i risultati di questi accertamenti, che sono molto approfonditi». Ritiene che la Casa delle Libertà abbia commesso qualche errore di strategia comunicativa? Forse qualche messaggio non è stato fatto giungere in maniera efficace agli elettori? «No, io penso che abbiano avuto grande influenza tutte le società di sondaggi che hanno completamente deviato l'orientamento dei cittadini fino a quando sono stati resi pubblici (e davano la CdL 8-10 punti sotto): oltretutto sono stati amplificati dai grandi mezzi di informazione, come il Corriere della Sera, la Stampa, il Sole 24 Ore, tutti schierati, anche per ammissione diretta dei loro direttori, nei confronti del centro sinistra. Bisognerà affrontare questo tema della comunicazione dei sondaggi perché crea dei grossi problemi (cosa che vale anche per gli exit-poll, che hanno dimostrato di non essere affidabili). Tutto ciò ha comportato - soprattutto nei primi giorni di campagna elettorale - che l'elettorato di centro destra (in particolare i militanti, gli attivisti, i dirigenti, i quadri) era fortemente demotivato. Poi si è messa in moto la macchina organizzativa e negli ultimi quindici giorni abbiamo recuperato, ma voglio ricordare che siamo partiti in un clima di grande depressione, con i sondaggi che ci davano 8-10 punti sotto il centro sinistra. Poi, nel corso della campagna elettorale, ci siamo resi conto che negli incontri, nei comizi, nelle riunioni, riuscivamo ad aggregare folle di centinaia, migliaia di persone, anche nei borghi. La stampa locale ha osannato il comizio di Prodi, ma nessuno si è preoccupato di andare a vedere che c'erano decine di pullman che avevano portato le "truppe cammellate" dal resto della regione per riempire il Palazzetto dello Sport. Mentre noi facevamo delle riunioni nei borghi (a Faiti, a Montello, a Carso), con mille, mille e cinquecento persone, ed erano solo i cittadini di quelle zone». Veniamo all'analisi del voto in provincia di Latina: il centro destra conferma il suo ruolo forte e in particolare Alleanza Nazionale cresce ulteriormente. È un buon viatico per le prossime elezioni comunali del 2007? «Ci eravamo impegnati in questa campagna elettorale ed avevamo svolto il nostro dibattito sul piano politico, mentre la sinistra cercava sempre di rinviare, dicendo "ci rivediamo alle amministrative" e tentando di raggiungere una piattaforma di lancio del 40%. Non ha raggiunto l'obiettivo, fermandosi intorno al 36%, vale a dire i voti del 2001, delle passate tornate elettorali, mentre la CdL è volata, soprattutto nel capoluogo. Alleanza Nazionale, se si fanno dei raffronti, con tutte le elezioni passate, dal 2001 ad oggi, guadagna in voti e in percentuali. Rispetto al 2001, quando la Casa delle Libertà aveva il vento in poppa e vinceva ovunque, aumentiamo di oltre mezzo punto e migliaia di voti; rispetto alle provinciali, aumentiamo di due punti e mezzo e ventimila voti, che corrispondono ad una città intera, significa che abbiamo intercettato il voto di chi non ci votava. Rispetto alle elezioni regionali fatte solo un anno fa, aumentiamo di più di un punto e oltre 18.000 voti. È un successo che ci devono riconoscere tutte le parti politiche, sia gli alleati che gli avversari. A Latina città poi, passiamo dal 22% al 25%: significa un elettore su quattro che vota An. Se tutto ciò si inserisce nel quadro di una CdL che in provincia viaggia al 63% e nel capoluogo al 66%, si vedrà che abbiamo fatto da traino alla CdL sul piano regionale, e che siamo stati determinanti per la vittoria nella regione, riconquistata a soli dodici mesi di distanza. È il segno che viene apprezzata l'amministrazione di centro destra ed è quindi un grande riconoscimento a Vincenzo Zaccheo per quello che ha fatto in campagna elettorale per An e per la sua conduzione amministrativa della città di Latina. Vi è poi un riconoscimento per la leadership del partito, per la direzione di Alleanza Nazionale che ho assunto nel settembre scorso». Quale sarà il suo impegno in Parlamento per il territorio pontino e quali i primi programmi? «Anche se sarò all'opposizione, mi impegnerò al massimo come ho sempre fatto per il territorio di Latina, mettendo tutte le mie forze per la risoluzione dei problemi che lo attanagliano, a partire dalla carenza delle infrastrutture. Ma voglio anche ricordare che dobbiamo favorire lo sviluppo economico e produttivo di un territorio che rappresenta - ad esempio - il secondo polo chimico-farmaceutico d'Italia. Ed uno dei primi impegni sarà certamente lo sviluppo ed il rafforzamento dei distretti industriali».

Andrea Apruzzese

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