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Latina. Dialoghi marciani, un convegno. Roberto Colomeo: «La comunità cattolica deve arricchire culturalmente i propri contenuti di fede»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS con Roberto Colameo, parroco della Cattedrale di San Marco in Latina. Il 23, 24 e 25 aprile prossimi verrà celebrata la Festa di San Marco, patrono della città di Latina. Perché la ri-scoperta di questa festività?
«È l'esigenza di riscoprire innanzitutto San Marco come santo patrono di Latina: fin dalle origini Marco è stato posto a custode di questa città, ed è giunto il tempo di riscoprirlo, di riappropriarci di questa figura di santità e del messaggio che ci dona».
Una tre giorni particolare, in cui vi saranno anche gli incontri nella parrocchia di San Marco con eminenti vaticanisti, come Luigi Accattoli, del Corriere della Sera, e Fabio Zavattaro, del TG1 Rai, che svolgeranno i "Dialoghi in San Marco", il primo alle ore 21.00 del 22 aprile, con Domenico Segalini, Vescovo di Palestrina, sull'inizio del Vangelo di Gesù (Marco, 1,1), ed il secondo alle ore 21.00 del 23 aprile con Angelo Amato, segretario della Congregazione della Dottrina della Fede, sul versetto "E voi chi dite che io sia? Tu sei il Cristo" (Marco, 8,29). La terza serata, alle ore 21.00 del 24 aprile, vedrà invece la prof.ssa Floriana Giancotti, preside del Liceo Scientifico "Majorana", dialogare con Francesco Lambiasi (Assistente eccelesiastico dell'Azione Cattolica Italiana) sul versetto "Allora il centurione disse «Veramente quest'uomo era figlio di Dio»" (Marco 15,39). Un modo per riscoprire la parola del Vangelo posta non solo da ecclesiastici, ma anche da giornalisti che da anni si occupano del Vaticano. Come è nata l'idea di questa formula?
«Sono tre occasioni in cui offriamo alla nostra gente, alla nostra città, la possibilità di arricchire la Fede di contenuti. Questo, appunto, attraverso personalità sia del mondo ecclesiale, sia del mondo della cultura, del giornalismo e della docenza. Sono tre proposte che prendono lo spunto da tre versetti del Vangelo di Marco: il primo è Marco 1,1, l'inizio del Vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio, e qui la riflessione si offre all'uomo. La seconda serata parte da Marco 8,29 e la riflessione si offre all'uomo di oggi, all'uomo che crede, che è discepolo di Cristo. La terza serata è il centurione che di fronte alla morte così particolare, sul calvario, di Cristo, disse "Allora davvero quest'uomo era figlio di Dio": una sorta di confessione della Fede da parte del non credente. Su questi tre versetti si radicano i "Dialoghi Marciani", che hanno l'obiettivo di arricchire di contenuti la Fede e di far incontrare nella Fede sia chi non crede, sia chi si avvicina e si interroga, sia colui che già crede e che è in cammino».
Lei ha detto di "arricchire i contenuti della Fede"; in conferenza stampa ha accennato anche al fatto che alcuni fedeli vivono la Fede in maniera un po' "superstiziosa", come coloro che - ad esempio - cercano materialmente i sepolcri. Come vede i suoi fedeli vivere la Fede oggi?
«È gente che sta crescendo, che sta maturando; è un popolo di Dio e nel popolo di Dio abbiamo diverse realtà, c'è chi è più avanti nella Fede, chi è in cammino, chi è agli inizi. Io penso che la comunità cristiana di una parrocchia prenda tutto, però i pastori, i sacerdoti sono chiamati a far crescere, a far maturare la propria gente, il popolo che gli è affidato per essere sempre più - diciamolo - conformati e configurati a Gesù Cristo. È questa la nostra realtà. Quindi una Fede più adulta: è questo il senso che dobbiamo dare anche alla festa di San Marco».
L'idea dei "Dialoghi" (che saranno accompagnati da interventi musicali curati dall'Associazione Corale San Marco, diretta dal M° Mauro Bassi) trae spunto diretto dalla Lettera Enciclica "Ut unum sint" di Giovanni Paolo II: «(...) L'atteggiamento del dialogo si situa a livello della natura della persona e della sua dignità. Dal punto di vista fisiologico, una tale posizione si ricollega alla verità cristiana sull'uomo espressa dal Concilio: egli infatti in terra è la sola creatura che Dio abbia voluto per se stesa: l'uomo non può pertanto ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé. Il Dialogo è il passaggio obbligato del cammino da percorrere verso l'adempimento dell'uomo, del singolo individuo come anche di ciascuna comunità umana. Sebbene dal concetto di dialogo sembri emergere in primo piano il momento conoscitivo (dia logos), ogni dialogo ha in sé una dimensione globale, esistenziale. Esso coinvolge il soggetto umano nelal sua interezza; il dialogo tra le comunità impegna in modo particolare la soggettività tra esse. (...) Il dialogo non è soltanto uno scambio di idee: in qualche modo esso è sempre uno "scambio di doni"».
La giornata più importante della Festa di San Marco sarà naturalmente martedì 25 aprile, che avrà il suo fulcro nella Messa celebrata dal vescovo di Latina, Giuseppe Petrocchi. Nella mattina si svolgeranno le prime comunioni, mentre nel pomeriggio, fino alle 18.00 sarà dato ampio spazio alle associazioni ed ai gruppi giovanili della parrocchia e dell'oratorio, da sempre retti dai Salesiani. Alle 19.00 si terrà il concerto della Corale San Marco, ed alle 20.30 il concerto dell'Orchestra di Fiati "Rossini", a cura dell'Associazione Centro Musicale Agorà. Alle 21.30, in piazza San Marco, verrà proiettato su maxi schermo il film "Tutti a casa" (1960) di Luigi Comencini.
Andrea Apruzzese
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