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Latina. Laicità e pensiero liberale. Chi ha diffuso i valori di libertà, uguaglianza, fraternità e
tolleranza ha posto le basi dello Stato di diritto
ParvapoliS farà nove anni il prossimo dicembre. Non male. Chi ci segue, chi ci conosce,
anche chi magari non ci ama, sa, conosce i nostri accenti laici, liberali, dichiaratamente
filo-massonici. Ed ancora una volta ad un evento massonico vogliamo attingere, per portare
nuove riflessioni e nuovi spunti a queste considerazioni su liberalismo, tolleranza, laicità
che stiamo andando facendo da qualche giorno a questa parte. Si tratta della Gran Loggia
2006, che anche quest'anno si è tenuta a Rimini. Uno dei momenti caratteristici della
quattro giorni presieduta dal Gran Maestro Gustavo Raffi è la lettura della relazione
morale del Grande Oratore, Brunello Palma.
«L’impegno di ciascun massone e
della Massoneria come istituzione deve
essere quello di praticare quotidianamente
i valori della solidarietà e della
tolleranza per la costruzione del "Tempio
dell’umanità". Per la costruzione
cioè di una società piú giusta in cui ogni
uomo possa sentirsi cittadino fra cittadini.
La Massoneria che, con l’assunzione e la
diffusione dei valori di libertà, uguaglianza,
solidarietà e tolleranza, ha posto
le basi per la creazione dello Stato
liberale di diritto, vede oggi messi in
pericolo quei valori e lo stesso regime
democratico a causa del neo-razzismo
che i cittadini dei Paesi ricchi oppongono,
per una malintesa difesa della propria
identità, ai milioni di immigrati di
diversa etnia, religione e cultura che
premono ai loro confini.
A coloro che talvolta si chiedono se abbia
un senso appartenere alla Massoneria
nel terzo millennio, è necessario
obiettare che i diritti dell’uomo, fra cui
la libertà di coscienza che tutti li trascende
e da tutti è implicata, necessitano
di essere ribaditi e difesi ogni giorno
dagli attacchi degli intolleranti, dei fanatici
e dei faziosi. Soltanto immergendo
nella universalità dei valori massonici
la nostra identità nazionale potremo
sperare di superarne i limiti e di tentarne
una ridefinizione che la renda piú accessibile ai portatori di culture diverse e
lontane.
Nel nostro Paese, dove il senso di identità
nazionale è meno vivo che in altri Paesi
europei e perciò meno marcato l’etnocentrismo,
sarà meno difficile formare una
identità nazionale fondata su valori universali
condivisi che permetta ai nuovi arrivati
di identificarvisi. Accanto all’adozione
di politiche finalizzate alla garanzia dei
diritti civili ed economici, sarà però necessario
dotarsi di strutture pubbliche
che, nella piú assoluta neutralità culturale
e religiosa, insegnino loro, oltre alla lingua,
la nostra storia, le nostre istituzioni
politiche, la nostra cultura.
Il multiiculturalismo non deve costituire
l’occasione di scontri e di sopraffazione,
ma semmai di dialogo e di arricchimento
spirituale e materiale per tutti. Ognuno di
noi in particolare dovrà riflettere sulla
propria identità di massone e verificare
l’armonia dei propri comportamenti con i
valori tradizionali della nostra Istituzione,
la cui validità non può fermarsi ai confini
territoriali del nostro Paese. La pretesa
universalità dei nostri principi ci impone
di intendere l’uguaglianza, la solidarietà e
la tolleranza riferite a tutti gli uomini al di
là della razza, dell’etnia, della religione, e
della cultura cui appartengono.
Per concludere, le società moderne industrializzate,
per non essere sconvolte nei
loro valori sociali e perfino nell’ordine
pubblico dai milioni di migranti che le invadono
per sfuggire la disoccupazione, le
epidemie e la fame, devono primariamente
sviluppare il loro senso di solidarietà
per accogliere questi individui in una società
democratica in senso politico, in senso
economico e in senso sociale. La prima
di queste caratteristiche dell’organizzazione
socio-politica del Paese, permetterà loro
di partecipare, in veste di protagonisti,
alla costruzione ed allo sviluppo delle istituzioni
pubbliche che li hanno accolti e
che dovranno rappresentarli; la seconda
garantirà loro la partecipazione alla produzione
della ricchezza di cui finalmente
potranno beneficiare da artefici della stessa
e non già da semplici fruitori di elargizioni
altrui; la terza infine li avvolgerà in
un ethos egualitario che li farà socialmente
uguali agli altri.
Soltanto se tutti noi sapremo riappropriarci
dei nostri tradizionali valori,
diffonderli e farne la luce-guida dei nostri
comportamenti privati e pubblici, potremo
riuscire a dare un contributo reale allo
sviluppo della società moderna ormai inevitabilmente
e sempre piú profondamente
multietnica. Questo farà la nobiltà del
pensiero massonico e proverà se saremo
degni epigoni dei nostri padri fondatori
delle cui idee ed azioni ci siamo detti sempre
tanto orgogliosi».
Mauro Cascio
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