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Latina. Partito Democratico. Bevilacqua e Moscardelli: «Può nascere subito, federato, aperto a cittadini, movimenti e forze politiche»

Si riaccende anche a Latina il dibattito interno al centro sinistra sul progetto del Partito Democratico. Claudio Moscardelli, vice coordinatore regionale della Margherita, e Loreto Bevilacqua, coordinatore provinciale del partito, in un documento sottolineano che il progetto «è decisivo per concorrere ad orientare il processo politico attuale e, però, per avere possibilità di successo, deve rappresentare una novità che coinvolga tutti i soggetti partecipanti e non una evoluzione del maggior partito della sinistra italiana. Nel ribadire questo elemento, occorre fare un passo in avanti e dare corpo al progetto politico, farlo sviluppare “dal basso”, attraverso percorsi originali che si innestino sul processo nazionale, contribuendo ad arricchirlo e ad orientarlo. Immaginare il Partito Democratico come una sorta di assemblamento di vertici partitici sarebbe sbagliato, improponibile e destinato al fallimento, in particolare nella nostra provincia, dove non possiamo permetterci di dissipare questo progetto con iniziative inadeguate. L’iniziativa politica, il coinvolgimento della società pontina, il metodo democratico di selezione della classe dirigente, la penetrazione nel tessuto sociale e la condivisione e la partecipazione al nuovo soggetto politico sono passaggi fondamentali. Il Partito Democratico nasce dalla sfida per stabilizzare il quadro politico italiano, aperto al contributo di tutte le culture riformiste, certo non quella liberista dei radicali, per poter offrire al Paese una proposta di modernizzazione e di sviluppo, per assicurare una maturazione compiuta della democrazia dell’alternanza. Nella nostra provincia il nuovo soggetto politico può nascere subito, in forma federata, aperto all’adesione dei cittadini, dei movimenti e delle forze politiche interessate al progetto. L’obiettivo deve essere alto per essere protagonisti su questioni decisive per il futuro dei nostri territori, a partire dall’assetto della Regione Lazio, dalle rappresentanze regionali e politiche e dalle politiche di riequilibrio e sviluppo sul piano regionale. E’ una sfida che per essere raccolta ha bisogno di una classe dirigente autonoma sul piano politico e culturale, consapevole che Roma può e deve rappresentare un’opportunità per tutto il Lazio. Sul tema del riassetto istituzionale e delle politiche di riequilibrio la Margherita ha sviluppato molteplici iniziative e un patrimonio di idee e proposte, come quelle avanzate da Rodolfo Carelli, che sono a disposizione del nuovo soggetto politico. Il modello rappresentato da Roma deve interagire con il Lazio per avere futuro. Abbiamo bisogno di una grande area competitiva che veda crescere il livello di sviluppo di tutta la Regione, agganciando le province alla locomotiva Roma. Servono politiche per infrastrutture e servizi su tutto il Lazio, per creare le condizioni affinché alla produzione di ricchezza concorra tutta la Regione e non solo Roma, da cui oggi proviene l’80% del PIL prodotto. C’è bisogno di un Lazio competitivo rispetto agli appuntamenti del 2010, con la creazione dell’area di libero scambio del Mediterraneo, tornato ad essere al centro dei flussi internazionali del commercio mondiale. Per questo è indispensabile incidere sui meccanismi che determinano le scelte politiche, con proposte su cui il Partito Democratico si deve caratterizzare: 1) la nuova legge elettorale regionale: abolizione del listino; la separazione di Roma dalla provincia come circoscrizione elettorale, con il limite che non può esprimere più del 50% dei seggi; l’utilizzo del sistema delle provinciali per l’elezione dei consiglieri regionali. 2) modifica dello Statuto regionale promuovendo l’integrazione tra le province per creare macroaree come per il Lazio Sud e per il Lazio Nord con la provincia di Roma in funzione di raccordo e cerniera con Roma; 3) poiché la classe dirigente nazionale emerge sempre più tra coloro che guidano grandi città o grandi regioni, occorre consentire l’avvicendamento del Presidente della Regione senza avere lo scioglimento automatico del Consiglio, attraverso il meccanismo della sfiducia costruttiva con lo stesso quorum con cui alle elezioni il Presidente da avvicendare è stato eletto. 4) al livello di legge elettorale nazionale, prevedere che Latina e Frosinone costituiscano circoscrizione elettorale autonoma, assicurando così rappresentanza parlamentare certa. La prevalenza, al contrario, di una linea di accentramento su Roma, con la creazione dell’area metropolitana vasta, comprendente Roma e la sua provincia, provocherebbe al dissoluzione della Regione e aprirebbe la strada alla costituzione della Regione del Lazio sud, che con 1 milione di abitanti (come la Liguria o le Marche), strumento indispensabile per conseguire quello sviluppo che un atteggiamento miope della classe dirigente romana e regionale negherebbe a tutto il Lazio».

Andrea Apruzzese


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