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Latina. Partito Democratico. Pannone: «Per vincere bisogna cambiare strategia e accettare le sfide, rimettendosi in discussione»
Il consigliere comunale di Latina della Margherita, Giuseppe Pannone, entra nel dibattito del centro sinistra sul progetto del Partito Democratico, e, rispondendo ai due vertici pontini del movimento politico, Bevilacqua e Moscardelli, in un comunicato evidenzia che «a tre settimane dal voto nessun partito ha ancora assunto una posizione ufficiale, frutto di approfondimento interno, solo isolate prese di posizione di alcuni componenti, ciò a maggior riprova che il progetto de L’Ulivo nella nostra provincia non è mai partito.
Per far decollare il progetto del Partito Democratico (e ancor di più quello de L’Unione) è necessario partire dai segnali dati dai cittadini in occasione delle Primarie e della convention con Prodi, dalla partecipazione numerosa ed attenta dei cittadini, una partecipazione che nessuno, soprattutto i dirigenti di partito, si aspettava.
Sinceramente avverto un po’ di diffidenza verso chi pur da posizioni di rilievo e responsabilità, solo ora, quasi folgorato da un lampo improvviso, si affretta ad esaltare l’unità del centrosinistra, parla di partito democratico come prospettiva. Sul tema una semplice riflessione: fino ad oggi costoro che cosa hanno fatto? Che film stavano guardando?
Oggi, dopo il risultato elettorale bisogna come non mai uscire allo scoperto ed accettare la sfida, mettendo da parte le aspirazioni personali ed i “grandi rientri” e cercando finalmente di costruire una forza coesa, che sappia rinnovarsi (anche nelle persone) e che abbia le idee chiare.
Per fare ciò mi sembrano essenziali alcune riflessioni:
1) subito dopo il passaggio interno nei partiti e tra i partiti, si deve inaugurare una nuova stagione, magari organizzando un incontro come gli Stati Generali dell’Unione, una grande festa rivolta agli elettori del centrosinistra.
2) Poiché nella nostra provincia i partiti c.d. “minori” della coalizione raccolgono 1/3 del consenso dell’Unione, è necessaria una politica veramente aperta, senza pretese egemoniche di principio.
3) Nella scelta delle prossime candidature è necessario uscire dagli steccati di partito e mettere al centro l’interesse della coalizione, evitando di ripetere schemi convenzionali che, fino ad oggi, non hanno portato alcun risultato.
4) Le primarie sono uno strumento di democrazia e non il fine. Chi già da oggi parla di primarie come se queste fossero il vero obiettivo (quasi fosse la panacea a tutti i mali) ha le idee confuse o vuole utilizzare le primarie come accessorio di una finta partecipazione democratica, forse con l’unico intento di contarsi per contare. Individuiamo il percorso, i temi, i metodi, le regole, i programmi, le priorità, le persone, poi pensiamo alle primarie, come risultato da mettere a disposizione degli elettori.
5) Anche nelle persone il Centrosinistra ha necessità di rinnovarsi, certamente riconoscendo l’esperienza di molti, ma, soprattutto facendo emergere sia chi si è già impegnato come chi è agli “esordi” o vuole iniziare.
Insomma un’idea rinnovata e veramente riformatrice della politica è ciò che gli elettori attendono sin da troppo tempo dal centrosinistra. Per vincere bisogna cambiare strategia, rinnovare la politica, accettare le sfide anche mettendosi in discussione ed aprendosi all’esterno».
Andrea Apruzzese
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