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Roma. A sud dell'Alma all'Eliseo. Maddalena Crippa: «Quante volte nella nostra vita privata siamo dei censori? Quanti abbiamo condannato?»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Maddalena Crippa, in questi giorni, e fino a Domenica, al Teatro Eliseo di Roma in "A sud dell'Alma". Un testo particolare, un teatro di parola e suoni... Puntare al cuore con la voce... «Questo è un momento intimo, quasi filosofico, di riflessione sui grandi temi che dovrebbero in qualche modo appassionarci di più». Perché scegliere il sud? «Il sud è geograficamente la terra del sole. E poi la gente del sud ha saputo mantenere l'unità della persona, non bada all'apparenza ma alla sostanza, è aperto agli altri». Tu sottolinei alcune parole molte importanti: "la proprietà privata delle persone è peggiore della proprietà privata delle cose". Vogliamo soffermarci su questo aspetto? «È un pezzo di Galeano che noi abbiamo trasformato in canzone. E questa è la forza dei sudamericani. Sono dotati di una autocritica assoluta. Galeano, che è stato perseguitato dai poteri forti, fa autocritica e si chiede quante volte sia stato lui, nella sua vita privata, un carceriere, un censore. Quante persone ho condannato, si chiede. Sono cose di una importanza grandiosa. Se c'è una rivoluzione da fare dobbiamo farla in noi stessi. È inutile richiedere cambiamenti della società se non prendiamo in mano la nostra vita». Al Teatro Greco di Siracusa tu hai fatto Medea... Un'emozione particolare in un percorso particolare. «Una soddisfazione enorme. Era la prima volta che affrontavo una tragedia e sono contenta di averla affrontata così. È come la Ferrari del teatro. Un'esperienza unica, irripetibile, magica».

Claudio Ruggiero

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