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Latina. Laicità e pensiero liberale. Ma Ratzinger è ancora indietro. Torna a parlare di "tradizione apostolica" bocciando gli altri cristianesimi

Nell'udienza generale tenuta l'altro giorno in piazza San Pietro, Ratzinger ha dedicato la catechesi alla "tradizione apostolica": «La successione dei vescovi è la garanzia della trasmissione autentica della verità cristiana - ha detto - e attraverso la parola dei ministri della Chiesa è Cristo stesso che ci parla». Ratzinger ha ricordato come l'origine della struttura della chiesa cattolica sia successiva alla designazione degli apostoli e che all'inizio della condizione di apostolo c'è "una chiamata", aggiungendo che la chiamata per gli altri sarà la via con la quale continuerà il ministero apostolico, che dalla seconda generazione diventerà ministero episcopale. I vescovi sarebbero così i "successori degli apostoli" una funzione che poi si sviluppa con la nascita della triplice figura del vescovo, del presbitero e del diacono. Una impostazione che però ribadisce che fuori dalla chiesa (cattolica) non c'è salvezza. Una chiamata all'ortodossia che puzza di integralismo e di settario. Ha spiegato ancora Ratzinger: «Così la funzione episcopale si presenta come continuità della funzione apostolica, come garanzia, perserveranza della funzione apostolica nella vita affidataci dal Signore». La successione apostolica del ministero ha dunque per il capo dei cattolici un'importanza sia storica che spirituale, perchè rappresenta il luogo privilegiato della trasmissione dello Spirito Santo.

Mauro Cascio


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