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Regione Lazio. Prorogati i termini del Piano di Sviluppo Rurale
La giunta regionale, su proposta dell'assessore all'agricoltura Antonello Iannarilli, ha prorogato i termini della presentazione delle domande di finanziamento connesse al Piano di sviluppo rurale (Psr) 2000-2006, dal 23 gennaio 2001 al 28 febbraio 2001. Fanno eccezione la misura III.1, "misure Agroambientali" che è prorogata al 10 febbraio 2001 e la misura I.3, "Formazione", i cui termini sono già scaduti e non prorogati. La stessa deliberazione individua i prezzari regionali da prendere a riferimento per l'indicazione delle spese ammissibili, e specifica i limiti da osservare per il finanziamento dei lavori in economia entro il limite massimo di 40mila euro (77 milioni e 450mila lire) di investimento.
Non sono finanziabili, come specificato dei Servizi della Commissione Europea, le spese relative ai lavori già iniziate o ad attività già intraprese per la realizzazione di progetti relativi alle misure I.1, I.4, II.2, II.4, II.5, II.6, II.6, II.8, III.3, III.4, III.5, antecedenti alla presentazione alla domanda di aiuto, anche se posteriori al 13 gennaio 2000 ( data di ricevimento del Psr da parte della Comunità europea). Fanno eccezione i progetti già conosciuti e ammissibili con atti formati della Regione su precedenti programmi operativi non finanziati per mancanza di risorse, purché rispondenti ai requisiti previsti dalle singole misure del Psr.
Non sono ammissibili al premio di insediamento i giovani agricoltori che si sono insediati nel periodo compreso tra il 1° gennaio '98 e il 13 gennaio 2000, mentre quelli insediati dal 13 gennaio al 25 ottobre 2000 (data di pubblicazione dell'avviso) potranno beneficiare del relativo premio previsto dalla misura I.2, a condizione che il negoziato in corso con i Servizi della Commissione europea abbia esito positivo.
Gli investimenti previsti dal Piano di sviluppo rurale, strumento strategico di Agenda 2000 e attuativo del regolamento Ce 1257 del '99, ammontano a 1650 miliardi di lire, di cui 1130 di spesa pubblica costituita da fondi comunitari nazionali e regionali, e i restanti da quota privata. Il movimento economico stimato è di circa 3mila miliardi di lire. "Questo provvedimento - ha dichiarato l'assessore all'Agricoltura Antonello Iannarilli - risponde alle istanze delle categorie di base con le quali è stato avviato un percorso di comune progettualità. Il piano, pur essendo stato il primo approvato dalla Comunità europea, presenta alcune carenze dovute proprio alla mancanza di un preventivo confronto con gli interessati. La flessibilità del Piano ci consente, però, di adattarli alle specifiche esigenze del comparto".
Sandra Greco
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