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Firenze. Le parole per dirlo. L'augurio di Sergio Moravia all'Antologia Luz: «Portiamo avanti insieme quella conversazione infinita che è l'uomo»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Sergio Moravia,
ordinario di Storia della Filosofia all'Università di Firenze, autore dell'omonimo manuale di filosofia
in uso nei licei e da decine di anni impegnato in una fitta attività saggistica
per Laterza e Mondadori. Moravia è stato ospite dell'Accademia di Studi
sulla Tradizione e la Scienza «Collegium Fraternitatis Eques Peregrinus»
in una serata, nello storico caffé letterario delle Giubbe Rosse, dal tema
"Mente, cervello, uomo nel mondo contemporaneo" a sua volta inserita in un ciclo
di conferenze itineranti su "Tradizione, tradizionalismi, la funzione dell'uomo".
L'incontro è stato anche occasione per la presentazione dell'Antologia di
Studi Tradizionali Luz, fondata nel 1999 da Mauro Cascio, che tuttora la dirige,
ed edita proprio dalla citata Accademia presieduta da Maurizio Camerata.
«L'auspicio è che questa Antologia vada avanti. Tra l'altro vedo che è
ricchissima di spunti filosofici per cui è ovvio che io mi senta
coinvolto, anche per ragioni professionali. E poi mi auguro
che si trovino sempre i "modi giusti", le "parole per dirlo",
per usare il titolo di un celebre di romanzo di Marie Cardinal.
Non è vero che bisogna cercare di rigorizzare il linguaggio
rendendolo il più possibile breve e teso. Forse perché i loquenti,
cioè gli esseri umani, magari sono tesi ma non sono affatto
condannati al dire breve, per quanto formalisticamente puntuale.
Noi vorremmo parlare in modo anche prolisso, con delle penombre,
dei silenzi; e vorremmo parlare anche di cose che non sono proprio
sull'onda lunga della moda. Da questo punto di vista Luz ha il coraggio
di andare un po' controcorrente. L'augurio è che nei prossimi nostri
incontri noi possiamo mantenere questo tenore, senza ovviamente
la superbia di voler dire tutto, senza la superbia di voler dire
la verità al singolare e con la v maiuscola. Per portare avanti
insieme quella conversazione infinita che è l'uomo».
Rita Bittarelli
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