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Latina. Codice da Vinci, debutto da record. Ivan Simeone: «Troppe le inesattezze». Ma è solo un film. Deve divertire. E pare ci riesca bene
«Caro Direttore,
sono appena tornato da un viaggio di lavoro e leggo sulla Tua testata - sono un affezionato
lettore di ParvapoliS - l'apertura del 19/05 sul Codice Da Vinci e concordo pienamente con
Te: basterebbe studiare un po'... per comprendere la grande bufala del libro di
fantateologia - come lo ha definito Amidei- di Brown.
Concordo con Te anche sul fatto che "bruciare in piazza un libro" è una grande idiozia
ed offesa alla cultura; se non si condivide si dibatte e non si brucia...
Certamente chiamare il libro di Brown un "capolavoro", permettimi, è un tantino azzardato
e la prendo solo come una Tua "simpatica" provocazione altrimenti offenderei la Tua
intelligenza ed il Tuo Sapere.
Concordo sul "bisogna studiare" e, pfrobabilmente, il cattolico dovrebbe meditare
un po' di più sul Vangelo». Così Ivan Simeone, che sul quotidiano Il Territorio
prosegue:
«Ciliegina sulla torta è il coinvolgimento dell' Opus Dei, fatta passare come una
setta di assassini, monaci, al servizio del Papa, entrando in una dovizia di particolari
che fanno sembrare il tutto molto veritiero.
Non tutti, però, sanno che l' Opus Dei (basta informarsi sul sito www.opusdei.it) è
una Istituzione ufficiale della Chiesa Cattolica (Prelatura), dove non esistono
monaci essendo composta da laici o da sacerdoti secolari, che ha come finalità quella
di promuovere -come puntualizza il Prof. Arturo Cattaneo docente in Diritto Canonico
all'Università di Venezia- la chiamata universale alla santità fra coloro che si
trovano immersi nelle realtà temporali, insegnando a trasformare ogni lavoro,
situazione e circostanza della vita umana in cammino di santità e di apostolato.
Inoltre è da rammentare che il fondatore dell' Opus Dei, Josemaria Escrivà, solo
qualche anno fa è stato proclamato Santo da Giovanni Paolo II».
Ora, caro Ivan. Io capisco l'incazzatura sul ruolo e la figura della Maddalena,
ma in questo caso dovresti scomodare non Dan Brown ma alcuni
vangeli gnostici. Che in Italia almeno sono pubblicati da decine
di anni. Dici: non sono storici. Ma i vangeli "storici" non esistono.
C'è una polemica sulla storicità dei vangeli che è cominciata almeno
da quando se ne poteva parlare senza essere bruciati. Polemica di cui danno
notizia anche i manuali di filosofia. C'è bisogno di prendersela con Dan Brown?
Prenditela col pensiero filosofico e col pensiero scientifico che da secoli hanno
ridotto ogni pretesa universalistica e noetica della chiesa di Roma.
A me il romanzo è piaciuto. Ha ritmo, colpi di scena.
Ad un romanzo io non chiedo altro. Amidei ha scoperto l'acqua calda. Se pretendo verità storiche
mi leggo altro. Se voglio interpretazioni filosofiche mi rivolgo
ad altri testi ed altri autori. Non mi attacco ad un foglietto di pretesa
veridicità storica presente nelle prime edizioni e poi prudentemente fatto sparire.
Perché sai bene che l'espediente è nato col romanzo stesso. Fa parte del gioco.
Un romanzo mi deve divertire.
Punto. E Il Codice Da Vinci non ha altre pretese. A me era
piaciuto più Angeli e Demoni, a dire il vero. Ma se vendi tante copie vuol dire che qualcosa
funziona. E ne devi prendere atto. Il film non mi piacerà. Non mi è mai piaciuto un film
di cui ho letto il libro. Ma lo andrò a vedere.
Torniamo a noi. Se vuoi legittimare "culturalmente" la tua fede non ti devi
difendere da Dan Brown. Ci sono buoni tutti. È come se mi accanissi
contro la teologia di mia suocera. C'è buono anche
mio figlio. La teologia cattolica non è mamma Ebe o Francesco Forgione.
Troppo facile. La teologia cattolica è Tommaso e Agostino. Difendila, la pretesa
verità assoluta della chiesa,
non dal materialismo, ma dalla filosofia deista
o idealista. Cioè dal cuore culturale della modernità. O è forse perché
Kant ed Hegel non ti muovono 40 milioni di persone?
Perdona la domanda: non c'è forse un tentativo di montar su una polemica ed un confronto
su tutti i livelli lì dove è troppo facile farla e averla vinta? Guarda, tu
nel tuo piccolo hai fatto la stessa cosa. Mi hai contestato un articolo scemo scemo,
pubblicato su ParvapoliS senza troppe pretese. Ma io sulla "funzione" del Cristo,
su quella che secondo me è la sua valenza, su quello che è il suo rapporto con la storia
ci ho scritto 2 libri miei, ho dedicato 2 numeri di un'antologia, e ho pubblicato
2 libri di altri (di cui uno non è uscito ancora). Ora, validità scientifica a parte
(in genere coinvolgo docenti universitari, ma non è questo il punto): quanti di questi
miei lavori hai letto? Perché ti sei aggrappato alla provocazione e non
al tentativo interpretativo? Poi arriverebbe un Amidei a dire: ma è solo un articolo.
E grazie al cazzo.
I tuoi correligionari sbagliano una seconda volta. Cioè, e questo è tipico
di tutta la chiesa cattolica: anche a livello teologico, da Gregorio VII
in poi, loro non dicono: è un film che mi offende, non vado a vederlo.
No, perché hanno la pretesa che tutti debbano sentirsi offesi. C'è proprio una liturgia
dell'indignazione nella fede del vissuto popolare che antropologicamente è parallalela
alla verità assoluta e dogmatica delle alte gerarchie. Che bisogno
c'è di bruciare il libro, di distribuire immagini della madonna, di manifestare
davanti ai cinema (tra l'altro in 15, manco Forza Nuova)? Se ti offende, non ci andare al
cinema. Mica è un obbligo. Dan Brown non se ne avrà a male. Manco se ne accorge.
Mauro Cascio
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